Salvo Zago dà i voti ai circoli del PD

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Ci siamo armati della tradizionale matita con le punte in rosso e blu ed abbiamo coinvolto in questo esperimento il segretario provinciale del Partito Democratico, Salvo Zago, per evidenziare eccellenze e carenze strutturali e politiche di ciascuno dei circoli del Pd presenti sul territorio ibleo.

Noi spesso vediamo il totale delle azioni di un partito, ma non conosciamo le dinamiche interne o i percorsi che portato a prender posizioni. All’esterno si muove il partito, ma non dimentichiamo che dietro una sigla ci sono uomini, donne e giovani che lo compongono e che, nonostante hanno insito il senso unitario di appartenenza, non sempre ragionano ed agiscono all’unisono.

La cronaca politica ci ha abituato a conoscere posizioni assunte non sempre condivise, ad esternazioni di pochi rispetto alla maggioranza, che comunque vanno considerate e tutelate, ed ancora ad un agire alcune volte carente o in altri casi eccellente e ampiamente riconosciuto.

 

Oggi dunque diamo i voti ai circoli. A mettere i numeri in pagella non saremo di certo noi, né il segretario provinciale, ma voi lettori che, in base a ciò che leggerete e che è stato con onestà intellettuale formulato da Salvo Zago, trarrete le vostre conclusioni sull’entità dei circoli stessi.

 

 

Qual è il circolo più litigioso, che ha prodotto più querelle che atti concreti?

La “litigiosità”, che io, data la mia formazione, preferisco definire dialettica, caratterizza ogni partito politico che abbia un grande e profondo radicamento, in quanto figlia delle diverse sensibilità e della rappresentazione di ceti popolari, o anche di processi di rinnovamento traumatici che portano alla delegittimazione reciproca di gruppi dirigenti.

 

Quali, in linea generale, i motivi di disaccordo che si registrano in ciascun circolo?

Più grande e radicato è il circolo, più complesso diventa assumere posizioni forti in merito a certi problemi cittadini per via della ricchezza dei punti di vista del gruppo dirigente. Più piccolo è il circolo, più si rischia di scontare alcuni personalismi: in questo caso trovare la sintesi è più difficoltoso.

E di contro, quali gli aspetti che mettono sempre tutti d’accordo?

Il senso di appartenenza, molto forte, alla fine ci aiuta a pervenire alla sintesi unitaria. Talvolta, però, anche le contingenze politica e amministrativa aiutano a farci sentire ulteriormente responsabili e ci inducono ad agire per il bene comune.

 

Quale il circolo che oggi vanta più iscritti? E questa forza in che modo è stata spesa per il territorio di riferimento? E quello che ne ha di meno?

Il numero dei tesserati dei circoli è un parametro di valutazione un po’ delicato: dipende dalla dimensione del Comune di riferimento, dal numero di circoli in esso presenti, dalla tradizione di tesseramento. Le realtà più grosse sono senza dubbio Ragusa, Vittoria e Comiso, che vantano una tradizione di tesseramento storica. Tutti questi circoli hanno un elevato numero di iscritti che testimonia un radicamento diffuso e che riesce ad intercettare al meglio i diversi settori produttivi e sociali della comunità cittadina. Nei comuni più piccoli il numero è ristretto ed è legato al gruppo dirigente del momento.

 

Quattro circoli adesso saranno chiamati ad affrontare la tornata elettorale delle amministrative.  Quando si comincerà a discutere e quali saranno i criteri da adottare per l’individuazione dell’eventuale candidato a sindaco del Pd o per stringere alleanze programmatiche e politiche?

Per le amministrative nei circoli si discute dall’indomani della tornata precedente. E’ sempre stato così. Ora è il momento della sintesi, per individuare proposte programmatiche condivise non solo all’interno del partito ma anche dalla città di riferimento, altrimenti si rischia di essere autoreferenziali e di andare a sbattere. Le alleanze programmatiche e politiche non possono non partire dalle forze con cui abbiamo affinità programmatiche nazionali, dunque del centrosinistra. Anche se in alcuni casi potrebbero essere necessarie scelte particolari per la presenza di forti movimenti di ispirazione civica o per situazioni amministrative particolarmente delicate. In queste scelte i circoli cittadini hanno, come è giusto, un elevato grado di autonomia, essendo quelli che possono meglio interpretare le esigenze del livello locale.

Credo che proprio l’indomani del 25 Febbraio ci si dovrà tuffare in un lavoro serrato per candidature, coalizioni e programmi. Laddove non si dovesse pervenire a indicazioni condivise di candidature, si ricorrerà alle primarie, che per quanto ci riguarda come partito saranno organizzate per il 24 Marzo, data indicata dalla Segreteria nazionale per tenerle contestualmente in tutti quei comuni d’Italia dove non ci sarà stato accordo sulle candidature da esprimere.

 

Quale circolo sinora si è rivelato bastian contrario rispetto alla linea perseguita dagli altri circoli e dalla segreteria provinciale?

Non ci sono bastian contrari, devo dire. Ci sono circoli che cercano di pesare di più nelle scelte generali, e il compito della mia segreteria è proprio quello di cercare di tenere tutti dentro una linea comune senza mortificare nessuno e senza contrapposizioni insanabili. Certo, i contrasti nascono e si affrontano di volta in volta, ma non esistono posizioni preconcette o contro a prescindere.

 

Per tornare alla strettissima attualità: con che spirito e con quale grado di forza organizzativa e di presenza sul territorio il Pd ha affrontato le due Primarie e ora sta gestendo la campagna elettorale per le elezioni politiche?

Con fiducia, con ragionato ottimismo, in considerazione della grande valenza politica ed elettorale della coalizione “Italia, bene comune” di cui il Pd, come si sa, è grande parte. E della bella candidatura di Pierluigi Bersani a Presidente del Consiglio. Ma, mi permetto di aggiungere, anche le candidature che esprimiamo per Camera e Senato. Cinque anni fa siamo stati ignorati, o se preferisce cancellati. Adesso invece abbiamo candidature, tutte importanti, delle quali due in posizione utilissima. A Ragusa due senatori del Partito Democratico? Ci stiamo lavorando.

 

Semmai un giorno dovesse lasciare il Partito Democratico, quale altra realtà partitica potrebbe stuzzicare il suo interesse?

Casa mia, dove il dibattito è forse ben più acceso e le battaglie più difficili da vincere.