Marineria controcorrente: “Siamo d’accordo, il novellame non si pesca”

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“I pescatori della marineria di Scoglitti apprezzano il decreto regionale che vieta la pesca di novellame nella nostra costa ed anzi auspichiamo che anche le altre marinerie seguano il nostro esempio”.

A dichiararlo Nino Nicosia, esponente del Pdl ed ex consigliere comunale, nonché pescatore che si fa portavoce della marineria scoglittiese e commenta il decreto regionale che autorizza, contrariamente a quanto scelto dall’Unione Europea, la pesca di novellame. Il decreto, emesso dall’assessore alle Politiche agricole, Dario Cartabellotta, ha autorizzato per 40 giorni consecutivi (dall’alba al tramonto), la pesca professionale di sardine e rossetto per tutto il 2013 nelle acque territoriali siciliane, “con esclusione della zona di mare compresa tra Capo Feto e la Foce del Pantano Longarini”. Ad essere esclusa, quindi, proprio la provincia di Ragusa.

“Non possiamo che essere soddisfatti di questa scelta- spiega Nicosia. Da sempre siamo contrari alla pesca del novellame ed in passato io stesso ho organizzato e portato avanti petizioni popolari. Da consigliere, poi, ho incontrato l’allora assessore D’Antrassi. Riteniamo che la pesca di novellame sia dannosa per la fauna marina perché  distrugge il futuro della pesca.  La  “neonata”, così viene chiamata, viene pescata senza che si riesca a capire di che specie si tratta proprio perché si tratta di animali ancora piccolissimi”.

I pescatori scoglittiesi, inoltre, si augurano che il decreto venga ignorato anche dalle marinerie autorizzate dalla Regione.

“Proprio a seguito di questo decreto- dichiara ancora Nicosia- il Ministero competente ha emanato una circolare che impegna le marinerie a bloccare questo tipo di pesca, ritenendo il decreo regionale contrario persino alle normative europee”.

A proposito di norme europee, abbiamo chiesto a Nicosia cosa ne pensa della politica comunitaria sulla pesca.

“Siamo costretti a recepirla, ma non c’è dubbio che così com’è non tiene conto della pesca Mediterranea. La grandezza della maglia della rete imposta dall’Ue, per esempio, fa scappare il gambero, le acciughe, che sono specie pescabili. Il merluzzo, poi, secondo la pesca oceanica viene considerato piccolo fino al mezzo chilo. Dalle nostre parti, invece, un merluzzo da mezzo chilo non lo vuole più nessuno perché eccessivamente grande. Ci auguriamo, quindi, che si intervenga in questo senso, facendo una chiara distinzione fra pesca oceanica e Mediterranea”.