Ficarra e Picone inaugurano lo Spazio Naselli

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Presentato sabato sera a Comiso il progetto “Spazio Naselli”. Il teatro torna così a vivere dopo l’aggiudicazione della gara, a dicembre, da parte dell’associazione “La girandola” che in poco meno di un mese ha effettuato i lavori di restyling (affidati ad alcuni operai partner) ed è riuscita a mettere a punto una stagione di tutto rispetto con ben 4 percorsi, tre teatrali e uno cinematografico, senza il sostegno economico di alcun ente.

“Il primo percorso lo abbiamo chiamato On air – spiega Marco Comitini dell’associazione “La girandola” – e prevede Le serve di Jean Genet per la regia di Giampaolo Romania, Che fine ha fatto il mio io? di e con Francesco Paolantoni, Paradossi e parastinchi di e con Corrado Nuzzo e Maria Di Blase per la regia di Massimo Navone e Recital di e con Raul Cremona. L’1 marzo prenderà il via la rassegna cinematografica  Effetto notte con la proiezione di film del calibro di Cesare deve morire dei fratelli Taviani, Bella addormentata di Bellocchio, Un sapore di ruggine e ossa di Jacques Audiard e di altre grandi pellicole nazionali e internazionali fino al 17 maggio. Dal 10 marzo si alzerà il sipario su Sicilia in scena, la rassegna dedicata al teatro siciliano. Si partirà con Metti una sera che ne…parliamo di e con Pippo Pattavina e si chiuderà il 5 maggio con Dio li e fa e poi li accoppia portata in scena dal Teatro del Pero. In mezzo spettacoli del Teatro Stabile Nisseno, della compagnia teatrale Antidoto, del teatro degli Archi e della compagnia Vittoria Colonna. Infine Off dal 17 marzo al 30 aprile con spettacoli di denuncia sociale quali Finanza killer e altri leggeri e divertenti come Il circo e il grande classico La bisbetica domata. Ci siamo impegnati per ridurre al minimo i costi senza intaccare la qualità – conclude Comitini – e contiamo ora sulla risposta del pubblico”.

Lo spettacolo che sabato scorso ha inaugurato la stagione è stato “Le pallonate” scritto da Ficarra e Picone. Quest’ultimo, fuori cartellone, è stato presente alla rappresentazione che per la prima volta ha valicato i confini palermitani. “Si tratta di un testo che nasce dagli articoli che per un anno circa, qualche mese fa, abbiamo pubblicato su Repubblica – racconta il comico -. Rileggendoli ci siamo resi conto che alcuni potevano essere compatibili con la scena e ne abbiamo tirato fuori una rappresentazione in dialetto palermitano, ma pensiamo comprensibile per tutti, ricco di momenti sia comici che di amara riflessione”. Perché questo titolo? “Picchì ci sunu pallunati pi tutti! Per i politici, per i siciliani e anche per gli artisti in scena! Si tratta di un’esperienza corale nella quale abbiamo voluto coinvolgere gli amici Salvo Piparo, l’attore principale, Costanza Licata, la voce, e Rosemary Enea che cura l’accompagnamento al pianoforte. E’ un’opera sempre in evoluzione e ogni sera modifichiamo qualcosa in base all’attualità. A Palermo, dove torneremo, abbiamo già riscosso un buon successo di pubblico; ora andremo a Catania e poi decideremo se andare avanti o fermarci qui”.

“E’ uno spettacolo nato un po’ per caso dai Racconti della Domenica di Salvo e Valentino” racconta il protagonista, Salvo Piparo: “Insieme li abbiamo rivisti aggiungendo un pizzico di drammaturgia ai testi e donando al linguaggio statico degli articoli un po’ di dinamicità. Sono monologhi in cui si racconta la sicilianità in chiave universale e si punzecchia, denunciando quello che non va in questa nostra Italia, attraverso la metafora delle pallonate lanciate a chiunque non fa bene il proprio mestiere. E il messaggio di denuncia arriva più forte perché non si dice solo, ad esempio, che il politico non sa fare bene il proprio lavoro ma perché si cerca di far capire al cittadino cosa può fare e come può protestare invece di adagiarsi. Uno dei racconti ha come figure centrali i pazzi – continua – che ricordano ai cittadini normali che c’è sempre un motivo per protestare e dire la propria. Il finale è paradossale perché si  racconta anche il silenzio, importante quanto la parola perché ci fa riflettere, parla, ci bussa nelle tempie e ci chiede di fare attenzione a non perdere la nostra memoria. Portare Le pallonate fuori da Palermo – conclude Piparo- rappresenta per Ficarra e Picone una sfida; loro non hanno mai fatto questo genere di operazione e siamo orgogliosi di questo lavoro che non escludiamo di portare anche fuori dalla Sicilia”.