“Italo”: Alessia Scarso smentisce il tabù del “nemo propheta in patria”

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Frequentava la chiesa, partecipava alle feste religiose del paese, onorava i funerali, faceva la guida turistica, prendendo parte ai consigli comunali e alla vita sociale del paese.
Parliamo naturalmente di Italo, il cane meticcio color miele, mascotte di Scicli, scomparso nel 2011.

La sua storia arriverà sul grande schermo grazie ad un film sostenuto dalla Direzione Generale per il Cinema presso il Ministero per i Beni Culturali. Le riprese al via a fine mese vedono tra i protagonisti Marco Bocci nei panni di un giovane padre vedovo, già visto nel ruolo di Walter Bonatti nella miniserie K2 e nel ruolo del commissario Carcaterra in Squadra Antimafia. Elena Radonicich, già vista sul grande schermo in Tutti al mare e Workers – Pronti a tutto e la palermitana Barbara Tabita, protagonista tra le altre del 7e l’8 con Ficarra e Picone. In questa favola moderna,prenderà forma l’ amicizia tra un bambino solitario, il figlio di Bocci appunto, e Italo il cane capace di dare lezioni di umanità a un intero paese.  Ma l’opera è corale, con il coinvolgimento dell’intera area iblea.
 Prodotto dalla Arà verrà girato a Scicli e Modica. L’uscita è prevista per i primi mesi del 2014. 

Con la troupe c’è naturalmente la regista, la modicana Alessia Scarso al suo esordio in un lungometraggio. “Sono onorata di poter lavorare con attori del calibro di Bocci, Radonicich e Tabita. Per me che sono all’esordio in un lungometraggio ha ancora più valore il fatto che hanno scelto di darmi fiducia. Abbiamo voluto raccontare la storia di Italo che è la storia di un intero territorio, della sua accoglienza del suo calore”. La giovane regista vuole sfatare il tabù di “nessuno è profeta in patria”: “Non ho mai sopportato il fatto che quando vengono artisti da fuori vengono sempre incensati e coperti di petali di rosa. La nostra terra offre grandissime professionalità che è giusto valorizzare. Anche per questo nel film Scicli sarà Scicli e non una Vigata immaginaria di Camilleri. Voglia sottolineare la nostra vicinanza alla città e a tutta la sua gente”. La storia di Italo ha varcato lo Stretto. L’innata sensibilità del cane verso la vita pubblica ha fatto nascere gruppi di fan su Facebook e ha indotto gli artisti del Gruppo di Scicli, a dedicargli una mostra.
Italo accompagnava i turisti nel reticolato di viuzze e scalinate del centro storico, e, in particolare, alla scoperta dei monumenti di questa meravigliosa città barocca. Era pronto ad abbaiare alle auto che “invadevano” la zona a trafficolimitato, e una notte, addirittura, salvò una giovane donna da un’aggressione. Adesso riposa, in una bara di legno realizzata dal falegname del Comune, a villa Penna. Se aveva un padrone non è mai stato scoperto a chi apparteneva: forse a un clochard, forse a un anziano morto da tempo.