L’Ercole di Cafeo è tornato a casa

39

Dal Cleveland Museum of Art fino all’aeroporto di Chicago, da lì il lungo volo in cargo fino a Milano, il tratto in nave fino a Napoli, poi la strada verso Catania e infine fino a Modica, dove è arrivato puntualmente ieri mattina: dopo dieci mesi di trasferta oltreoceano e questo lungo viaggio, l’Ercole di Cafeo è tornato al sicuro nella sua teca, nell’ultima – e più importante – sala del Museo Civico di Modica. Lo ha accompagnato, per tutto il tempo, la dottoressa Giusi Monterosso, della segreteria tecnica dell’Assessore regionale ai Beni Culturali Maria Rita Sgarlata. Un ritorno “blindato” da esigenze di massima sicurezza: il bronzetto dell’Ercole è stato trasportato all’interno di un imballaggio rigorosamente sigillato e solo ieri è stato liberato, grazie all’intervento di una ditta specializzata e sotto il controllo attento degli agenti addetti alla vigilanza. Nell’arco di pochi minuti la statuetta è stata ricollocata al suo posto ed è stata richiusa la teca, anch’essa dotata di tutti i necessari dispositivi di protezione, dalla quale prima dello scorso marzo l’Ercole non era mai uscito per ben 16 anni: dal suo arrivo, nel 1996, fino alla partenza per gli States, dove è stato esibito all’interno della mostra organizzata dal Paul Getty Museum e dal Cleveland Art Museum dal titolo “Sicily: Art and Invention between Greece and Rome”.

La vera e propria festa, aperta alla città, per il ritorno dell’Ercole, è già stata fissata per il prossimo 15 febbraio: “D’intesa con l’Amministrazione comunale stiamo organizzando un convegno di studi – ha spiegato ieri la Soprintendente ai Beni Culturali Rosalba Panvini -, che vedrà una lectio magistralis del dott. Mario Torelli, archeologo di fama mondiale e accademico dei Lincei, che sta elaborando un nuovo orientamento sulla datazione del bronzetto, finora collocato nell’età ellenistica. Contiamo di poter lasciare aperto il Museo fino a tarda sera e di consentire a tutti i modicani di riappropriarsi della splendida immagine dell’Ercole”.

Per il prezioso reperto modicano si è trattato del primo prestito internazionale, non privo di polemiche: “Ho organizzato decine di mostre con prestiti in tutto il mondo, ma sono anche io convinta – conferma la Soprintendente Panvini – che per il futuro bisognerà stabilire regole più rigide per i prestiti delle nostre opere. Esattamente come avviene altrove, dobbiamo saper imporre le nostre condizioni e chiedere di ricevere in cambio altre opere che abbiamo un valore proporzionato e che servano davvero ad attrarre nuovi flussi all’interno dei nostri Musei. Anche il Museo di Modica dovrà avere assicurato un buon ritorno per aver concesso questo prestito”.

 

[Fonte: La Sicilia]