Sì della Camera all’arresto di Genovese: “Il Pd mi ha tradito”

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Il deputato PD Francantonio Genovese

Con 371 voti favorevoli e 39 contrari, la Camera ha votato sì all’autorizzazione all’arresto del deputato Pd Francantonio Genovese. Sulla sorte dell’onorevole Democratico, si è sviluppata un’accesa polemica tra il premier Matteo Renzi e il leader del M5S Beppe Grillo.
A votare contro l’arresto: Forza Italia, Ncd e sei deputati Pd (Maria Amato, Giuseppe Fioroni, Tommaso Ginoble, Gero Grassi, Maria Gaetana Greco e Maria Tindara Gullo, vicina di banco di Genovese).
L’onorevole, 46 anni, è accusato di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa. In serata si è costituito a Messina, nel carcere di Gazzi. Il politico prima di consegnarsi all’autorità giudiziaria è passato da casa a salutare i suoi familiari.

Sono le otto e mezzo della sera e dietro il finestrino della Bmw che esce dalla villa di Ganzirri, con vista sullo Stretto, il Potente non perde il suo aplomb. “Io non scappo”, aveva promesso qualche ora prima, con il solito sguardo sempre uguale – appena più corrucciato – quasi commosso. Con mille nuvole, però, all’orizzonte. E una riflessione amara di fronte alla bufera in arrivo: “La verità – confida a uno dei deputati più vicini – è che il partito mi ha abbandonato, tradito”. Toni cupi, come quelli scelti dopo la sconfitta in Giunta e prima del fatale voto di Montecitorio: “Lasciare il Pd? Che devo dire? Non lo so più, guardi, non mi interessa più, per ora c’è in ballo qualcosa di più importante”.

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