E la spazzatura, da settembre, dove la buttiamo?

1

E a settembre i rifiuti dove li mettiamo? Saranno guai anche per quasi tutti i Comuni della provincia di Ragusa, se davvero la discarica di Motta Sant’Anastasia (dove attualmente viene conferita la maggior parte dei rifiuti a seguito della chiusura delle discariche comprensoriali di Scicli e Vittoria) non avrà rinnovata l’autorizzazione da parte dell’assessorato regionale all’Energia, dopo l’arresto di un funzionario regionale e di quattro imprenditori del settore dei rifiuti.

Tutti i Comuni del modicano e dell’ipparino (dunque ad eccezione di Ragusa e dei Comuni montani) hanno attualmente in corso un contratto con la Oikos, la società che gestisce la discarica di Motta, peraltro con un aggravio non indifferente dei costi di smaltimento, data la necessità di spedire ogni giorno gli autocompattatori in provincia di Catania.

Ora la Regione – e in particolare il dirigente del dipartimento Acque e rifiuti Marco Lupo – ha firmato il decreto che chiude il sito della Oikos a Motta Sant’Anastasia, amministrata da Domenico Proto, finito la scorsa settimana agli arresti all’interno dell’indagine su presunte mazzette per avere in cambio autorizzazioni e certificati ambientali.
Sono 90 i Comuni siciliani delle province di Catania, Enna, Messina e Ragusa, che a settembre dovranno consegnare i rifiuti in altri siti.

Peraltro quella dell’Oikos non è l’unica chiusura che rischia di concretizzarsi da qui a pochi giorni: ormai si avvia alla conclusione l’iter di revoca iniziato il 3 luglio per la Tirreno ambiente, la società che gestisce una delle discariche più grandi dell’Isola a Mazzarrà di Sant’Andrea, amministrata da Giuseppe Antonioli, anche lui finito agli arresti. A settembre pure questo sito potrebbe chiudere, e altri cento Comuni dovranno conferire i rifiuti altrove.

Le società, chiaramente, possono fare ricorso al Tar, ma al momento la decisione sembra definitiva. Una bella grana per la stessa Regione, che dovrà trovare soluzioni alternative.
Ma una bella grana innanzitutto per i Comuni che rischiano di trovarsi coi cassonetti pieni, giacché di soluzioni alternative in Sicilia non se ne vedono poi tante.