Il caso Gela e il rilancio siciliano: “Mille posti sull’Isola, nei prossimi tre anni”

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Mille posti in Sicilia grazie al progetto di produzione di gas Argo.
Questo il risultato dell’incontro che si è svolto oggi al Ministero dello Sviluppo economico tra il sottosegretario Simona Vicari e Giuseppe Tannoia, direttore ricerca e produzione idrocarburi delle attività Europa-Italia di Eni, per esaminare il programma dei progetti di sviluppo in terraferma siciliana e nel Canale di Sicilia.

In particolare è stato esaminato il progetto di produzione di gas Argo, a distanza di circa 13 miglia dalla costa, che fornirà a breve circa il 20 per cento della produzione nazionale di gas. Il progetto si svilupperà quasi esclusivamente sotto il livello del mare e con tecnologie all’avanguardia, connettendosi alle infrastrutture già esistenti, minimizzando così ulteriormente l’impatto ambientale.

“La realizzazione di questo programma” si legge in una nota del sottosegretario “consentirà il rilancio di tutte le attività dell’intero settore idrocarburi in Sicilia, con importanti ricadute sull’occupazione. Infatti, il piano presentato complessivamente prevede investimenti per oltre un miliardo e 800 milioni di euro con importanti ricadute occupazionali stimate in oltre tremila posti di lavoro per i prossimi tre anni, mille dei quali direttamente sul territorio siciliano. Si tratta del più importante piano finanziato con capitali esclusivamente privati in Italia in questo momento”.

Ma i rapporti tra Eni e lavoratori sullo stabilimento di Gela, per il quale nei giorni scorsi l’Eni ha avuto ripensamenti sugli investimenti, restano tesi. Per il 28 luglio a Gela è stato annunciato uno sciopero generale, con i lavoratori pronti a scendere in piazza per rivendicare il diritto al lavoro.
“Sarà una settimana difficile, l’ultima di luglio, per quanto riguarda il confronto tra Eni e sindacati sul rispetto degli accordi che sono stati sottoscritti un anno fa sugli investimenti e siti produttivi su cui l’azienda sta cambiando le carte in tavola”: questa la presa di posizione di Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl, a pochi giorni dal confronto con l’Eni e dalle proteste che i sindacati hanno messo in agenda. Il 30 luglio, infatti, alle 13, si aprirà il confronto su Gela con Eni al ministero dello Sviluppo Economico, così come richiesto dai sindacati, mentre il 29 luglio, è confermato il presidio davanti a Montecitorio, a Roma, organizzato da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.

“Esprimiamo pieno sostegno alla manifestazione del 28 luglio a Gela e ci aspettiamo numerosi lavoratori anche a quella del 29 luglio a Roma”, afferma Gigli. “Ma il punto di svolta sarà l’incontro del 30 al Mise con Eni. All’incontro ci presenteremo a muso duro perché è stata messa in discussione la credibilità del sindacato che in quel territorio ha firmato un accordo solo 12 mesi fa: un accordo che ha comportato grande impegno e anche sacrifici occupazionali pesanti”.