Dove nuotava Luca Marin: quello che rimane della piscina di Vittoria. Le foto esclusive

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L’impressione che si ha, non appena si mette piede in quelli che una volta erano gli spalti, è di camminare nel corridoio del Titanic.
L’acqua non c’è più, resta solo quella che gocciola da una grondaia, e l’odore del cloro è stato sostituito da quello della polvere.

Ecco quello che rimane della piscina di Vittoria, costruita dalla Regione a partire dal 1989 e diventata operativa nel novembre 1996 grazie alla gestione della cooperativa Nannino Terranova, poi fallita nel 2007.
È quello l’inizio della fine. La piscina resta inutilizzata dal 2007 al 2009, poi subentrano una gestione commissariale deleteria e l’immancabile, quanto infinita, stupidità dei vandali, che hanno distrutto quel poco che rimaneva.

Quando è partita, la gestione commissariale (durata 5 anni e conclusasi pochi mesi fa) sembrava potesse essere la soluzione ideale per non privare la città della importante struttura sportiva mentre si cercava di trovare una valida alternativa alla Terranova. L’illusione, però, è durata poco.
Giusto il tempo di un paio di guasti e di dover mettere mano al portafoglio per i primi interventi di manutenzione. Un rapido calcolo e il commissario ha deciso che non valeva la pena andare avanti. Quindi ha salutato tutti, ha chiuso la porta ed è andata via. Da allora è stato l’oblio e della splendida struttura dalla quale è partita l’avventura di Luca Marin rimangono, oggi, solo gli scheletri.

Ci vogliono almeno un milione e mezzo di euro per rimetterla in sesto. C’è da abbattere e rifare l’intera copertura in legno, marcia e danneggiata dal ciclone Athos del 2012; sono da rifare tutti gli impianti, da risistemare i pannelli solari, che fornivano energia e garantivano il ricambio e il trattamento dell’acqua e dell’aria; c’è, in sostanza, da sistemare tutto ex novo perché si salvano solo le tre vasche.

Nel maggio scorso il contenzioso con la Regione, che per consegnare la piscina al Comune di Vittoria voleva un milione di euro, si è chiuso con un accordo di 330.000 euro circa, da pagare in tre rate entro il 2015. Non è stata impresa facile, e lo sa bene soprattutto Mario Garrasi, dipendente del settore lavori pubblici che, fin dal primo giorno, ha seguito tutta la pratica dell’acquisizione e curato i rapporti con la Regione.

“Abbiamo dovuto battere i pugni sul tavolo regionale”, ricorda l’assessore alle manutenzioni, Angelo Dezio “ma il Sindaco Nicosia ha saputo far valere le sue conoscenze della legge. Da quel momento è iniziata la ricerca dei finanziamenti per darle una nuova vita, insieme all’antico prestigio”.
“La struttura è arrivata alla distruzione totale durante la fase di commissariamento” continua “e ancora, sinceramente, non sappiamo che fine farà. Potevamo abbatterla, ma il Comune ha preferito sistemarvi l’Aiffas, almeno ha dato ai ragazzi e agli operatori un luogo dove poter svolgere le proprie attività sociali, senza considerare che la loro presenza funge da deterrente per giovinastri malintenzionati”.

E ora che si fa, da qui in avanti?
Il presidente Crocetta ci ha dato garanzie assolute sul fatto che contribuirà, anche se non abbiamo ancora pattuito alcuna cifra. Nel frattempo stiamo chiamando all’appello chiunque desideri scommettere su questa struttura: imprenditori singoli, o cordate, associazioni, cooperative, forze produttive ragusane e non, purchè siano sane e oneste. Stiamo vagliando tutto e siamo aperti a tutte le soluzioni. Potremmo occuparci noi dei lavori e affidare, poi, la gestione ad altri o affidarla sin da subito se dovesse farsi avanti qualcuno che può investire parecchio. Ricordiamo che c’è anche un campo di calcetto all’esterno, quindi si potrebbe pensare di darla in gestione a più società e di fare diventare questa parte della città, che è piena di giovani, un polo sportivo di eccellenza. La cosa più importante è non perdere altro tempo perché ogni giorno che passa lascia nuovi danni. Inoltre, anche se si dovesse iniziare a lavorare da subito alla sistemazione, ci vorrebbe qualche anno prima di poterla restituire alla città, in quanto manca ancora il progetto. Qualcuno è già venuto per constatare di presenza la situazione, vedremo…”.

E se non doveste riuscire quali altri soluzioni vaglierete? Non la si potrebbe, ad esempio, riconvertire?
Sebbene pure le vicine Comiso, Ragusa e Modica abbiano le loro piscine, noi possiamo, comunque, garantire un bacino di utenza importante perché abbiamo ben tre vasche, di cui una per diversamente abili, e possiamo offrire servizi diversi. Parlo da vittoriese, prima che da assessore e da addetto ai lavori, e dico che questa struttura piscina era e piscina deve rimanere.