Le mirabolanti avventure dell’ottovolante di Palazzo dell’Aquila

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Il Consiglio comunale di Ragusa vive l’esperienza dell’ottovolante dal primo giorno dell’insediamento. Basta avere un pomeriggio libero, fare due passi e sedersi nelle poltroncine dell’aula consiliare.

Qualcuno ricorderà che c’è la seduta in streaming, ma andarci e ascoltarli di presenza e tutta un’altra cosa. Un po’ come una bella performance di Benigni sulla Costituzione o sulla Divina Commedia. Il 42 pollici super Hd fa il suo discreto lavoro, ma vuoi mettere sedersi tra le prime file e ascoltare quegli appassionanti monologhi?

Ecco, a Palazzo dell’Aquila è lo stesso. Più o meno, in realtà.
Alzi la mano chi non ha sentito, tra i trenta eletti, qualche frase grammaticalmente un po’ stentata o un’espressione aliena al vocabolario della lingua italiana.
Per non parlare delle citazioni dotte, appioppate però a caso. Eppure, a leggerli, c’è da pensare che siano tutti colti, questi insigni rappresentanti della città. Potenza della testiera del pc!

Ma torniamo all’ottovolante. Litigano, fanno le barricate, a volte se ne dicono di tutti i colori. Gruppi che si sfaldano, altri che si creano, altri ancora solo sulla carta.
C’è di tutto nell’Aula più nobile della città.

I grillini, favorevoli alle unioni gay e protesi verso la modernità, hanno digerito senza troppi drammi il divorzio con Castro e Nicita.
Quest’ultima se n’è andata nel gruppo Misto, che evidentemente ha più difficoltà in termini di accoglienza.

Questioni di alta politica, normale screzi tra donne o più banali questioni di spartizioni di poltrone? Nel gruppo Misto, dopo la rottura con Lo Destro, c’era già, tutta sola, Elisa Marino. “>E questo ingresso o nuova unione, alla Marino pare non sia proprio andato giù.
Elisa la Cattolica, che bacchetta il sindaco perchè diserta le pubbliche rappresentazioni di pietas popolare, non sembra ben disposta a seguire l’esempio di Papa Francesco tutto orientato all’accoglienza. Qualcosina va bene, ma la nuova entrata non deve chiedere troppo. Riuscirà nella mediazione il presidente Iacono?

Ma andiamo ad altre altalenanti situazioni.
La conversione di Nello Dipasquale al renzismo, che si traduce nell’ottenimento della tessera del Pd (dicono tesserato nel primo circolo Pippo Tumino), segnerà una rivisitazione nella geografia della civica assise?
Angelo La Porta a sinistra? Mai Maria… (o forse si scrive maimaria?!).
Lui, che è stato eletto in Territorio, sa bene che il suo territorio, la frazione di Marina, un passo del genere non glielo perdonerebbe.
Un conto è l’ordine di scuderia di votare Crocetta e poi la Stancheris, un altro conto avere la tessera del Partito che, almeno sulla carta, rappresenta una parte della sinistra italiana.

Più comprensivi, forse, sono gli abitanti di un’altra contrada, più piccola, ma sempre compatta.
A San Giacomo, probabilmente, il passaggio di Mario Chiavola nel Pd potrebbe avvenire senza troppe ripercussioni. Peppe Lo Destro ha da tempo detto addio a Dipasquale, sempre vicino, invece, a battaglie comuni con il forzista Maurizio Tumino.
Chi è incerta è Elisa Marino, che prima del grande salto nel partito di Renzi vuol pensarci su. Una proposta da soppesare per bene insomma.

E il Pd, quello originale, nel senso etimologico, formato da Mario D’Asta e Giorgio Massari, che farà? Accoglierà Chiavola ed eventualmente la Marino?
La spaccatura dei circoli cittadini determinerà anche in consiglio due gruppi dei Democratici, con Massari e D’Asta da una parta e Chiavola ed eventualmente la Marino dall’altra?
Un eventuale passaggio nel Pd, non sfuggirà ai più attenti, determinerebbe per i rappresentanti dei monogruppo, come Chiavola, la necessità di una spartizione di commissioni, con gli altri colleghi.

E Sonia Migliore proseguirà da sola la sua accesa opposizione all’amministrazione Piccitto?
Al momento fa la battaglia per gli animali, ingaggiando una competizione con il pentastellato Antonio Tringali, animalista da sempre.
Forse non nascerà un secondo circolo dell’Enpa, ma la querelle sembra destinata a continuare come quella del Pd.

E poi dicono che in centro non succede mai nulla di interessante. L’aula consiliare di Palazzo dell’Aquila, al contrario, è una miniera di episodi entusiasmanti.