Novembre con le fave novelle secche. Quelle di Sultano sono alla frantoiana “a trappitara”

99

Quando le radici entrano nel piatto, Ciccio Sultano si esalta.
Le fave da queste parti sono una preparazione tradizionale. Considerate, fino a ieri, un legume povero (spesso mangiato in sostituzione della carne), oggi hanno ritrovato grande impiego in cucina.

‘A trappitara e alla frantoiana, è come dire la stessa cosa. Il “trapppeto“, inventato dai romani per l’estrazione dell’olio dalle olive attraverso l’uso delle macine fatte roteare da un animale, oggi è poco usato, sostituito dai metodi più moderni.

 

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE:
500 gr grammi di fave fresche sgusciate
1 pomodoro
100 gr. cipolla
20 semi di finocchio
peperoncino e sale qb
1,2 lt. acqua
3 spicchi di aglio
100 gr. di olio e.v. oliva di tonda novello fresco

PROCEDIMENTO:
In una pentola far rinvenire la cipolla tagliata a pezzettini con l’olio extra vergine di oliva e mettere le fave precedentemente ammollate.
Unire l’acqua e cucinare per un’oretta (appena le fave si sfaldano sono pronte).
Regolare di sale e peperoncino. Porre dell’olio novello con aglio in una padella capace e portare a colore dorato, aggiungere l’origano e le fave e far cuocere per qualche minuto.
Servire in un piatto fondo con crostoni di pane tostato caldo all’aglio, origano e un filo d’olio extra vergine di oliva di tonda iblea. Meglio se di Chiaramonte.