Ha fatto tappa a Pozzallo la Carovana dei Migranti

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La Carovana è partita simbolicamente in contemporanea con “La caravana  de las Madres Centroamericanas buscando a sud Migrantes desarecidos”, una manifestazione che da dieci anni si ripete in Messico per chiedere alle autorità locali di conoscere che fine hanno fatto le centinaia di migranti che partono dal Sud America alla volta degli Usa senza però mai arrivarci.

“I migranti sono uguali in tutto il Mondo- ha sottolineato padre Alejandro Solalinde – dal sud dell’America come dal sud dell’Africa. Sono zone che sono state sfruttate da chi sta a nord (Usa ed Europa) che adesso si rifiutano di accoglierne i figli dopo averli costretti alla povertà”. Parole di accusa al sistema capitalistico quelle del religioso che in Messico è un’istituzione, oltre che essere destinatario di minacce di morte da parte dei Narcos e dei trafficanti di organi. Padre Solalinde insieme a Suor Leticia, anche a Pozzallo al suo fianco, hanno fondato negli anni circa 60 rifugi che accolgono i migranti durante i loro viaggi della speranza. Dislocati tra Guatemala, Honduras e Messico, questi rifugi sono delle vere e proprie oasi per i disperati che a piedi partono dai Paesi più poveri del Sud America. I migranti sono infatti “prede” ambite dei trafficanti di droga che li impiegano nei loro affari, dei trafficanti di organi e di chi sfrutta il mondo della prostituzione. Di loro si perde ogni traccia e spesso grazie all’aiuto della stessa polizia dei Paesi centroamericani che li arrestano e li vendono alla malavita organizzata. “Noi vogliamo dare loro protezione – dichiara Suor Leticia – ma non è facile scontrarsi con tutti i problemi che ci sono nel centro America. Nonostante le minacce noi non ci arrendiamo e oggi siamo qua a Pozzallo per far conoscere questo massacro silenzioso che non è diverso da quello che succede sulle vostre coste con i disperati che vengono dall’Africa”.

 

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I due religiosi hanno tenuto una partecipata conferenza presso la scuola Rogasi di Pozzallo che ha fortemente voluto questo appuntamento. A precedere le loro parole un altro religioso, padre Carlo D’Antoni della parrocchia di Maria Madre della Chiesa conosciuta come chiesa Bosco Minniti di Siracusa che ha ospitato 25 mila migranti da quando è scoppiata l’emergenza : “Non soffermiamoci sul buonismo, non bastano gli aiuti alimentari, non sono cagnolini che gli dobbiamo portare la scodella di cibo, se abbiamo le palle di andare contro la mentalità in cui siamo immersi e ci occupiamo dei diritti di queste persone il discorso cambia. Quando parliamo di diritti tutti si tirano indietro, quella è la vera solidarietà , ci sono fiumi di euro che scorrono da Bruxelles ma non arrivano ai ragazzi, d’altronde siamo abituati noi stessi a non richiedere i nostri diritti, a cercare i favori e non i diritti. Quando parlo con i sindaci e le autorità mi trovo davanti facce di tonno che sanno solo dire che non ci sono soldi“.