Il grido di allarme degli edili parte da contrada Cisternazzi

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Sono arrivati a Ragusa da ogni parte della Sicilia ed hanno scelto un luogo emblematico gli edili siciliani di Cgil Cisl e Uil per la manifestazione regionale che si è tenuta questa mattina nell’ambito della mobilitazione nazionale della categoria. Investimenti, lavoro, cambiare la legge di stabilità e il Jobs act le richieste che sono state urlate a gran voce.

In tantissimi, armati delle bandiere delle tre sigle sindacali si sono ritrovati davanti all’ospedale di contrada Cisternazzi, una delle eterne incompiute. “Abbiamo fatto questa scelta – hanno detto i segretari regionali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, Franco Tarantino, Santino Barbera e Angelo Gallo – per dare visibilità a un problema diffuso: la negazione del lavoro e dei servizi alla collettività a fronte di stanziamenti disponibili che permetterebbero il completamento di una struttura indispensabile all’area”. In provincia di Ragusa nel 2007 gli attivi in cassa edile erano più di 7000 unità, oggi sono poco più di 3000, dunque un calo del 50% dell’occupazione, almeno quella “ufficiale”, dato che negli anni è aumentato il lavoro in nero.

Per quanto riguarda il cemento, i volumi erano oltre 50 milioni e oltre siamo intorno ai 18 milioni. Il settore non regge e i licenziamenti sono a catena. A livello regionale, la categoria che ha registrato dal 2008 ad oggi 80 mila disoccupati ma potrebbe prendere invece respiro se si spendessero i 7,2 miliardi di euro che, secondo i conti fatti dai sindacati “sarebbero disponibili- affermano Tarantino, Barbera e Gallo- ma rimangono impigliati nei ritardi burocratici, nei continui ricorsi delle imprese per i forti ribassi, nelle maglie di una legge sugli appalti da riformare, nei problemi creati dall’assenza di controlli che determina una deregulation dannosa per il completamento delle opere finanziate”. Ad aprire il il comizio, Franco Tarantino, quindi Santino Barbera, per le conclusioni del segretario nazionale della Feneal Uil Fabrizio Pascucci.