Al teatro La Concordia va in scena il nuovo progetto. Regia di Federico Piccitto

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Vanno giorno dopo giorno definendosi i passaggi (amministrativi e burocratici) per restituire alla città un luogo simbolo dell’attività culturale iblea: il teatro La Concordia di Ragusa.

Coerentemente con le scelte politiche portate avanti nel corso di questi 18 mesi di mandato, il sindaco Federico Piccitto, supportato dall’attuale assessore ai Centri storici Massimo Iannucci, il dirigente del settore Programmazione opere pubbliche Michele Scarpulla e il presidente del Consiglio Giovanni Iacono hanno ribadito la scelta, più volte illustrata dall’ex assessore Giuseppe Dimartino, di ridimensionare il progetto commissionato dalle passate Amministrazioni, adeguandolo alle reali potenzialità del sito urbano, in piena tutela dell’unico elemento di rilievo architettonico e di collegamento con quello che una volta era un teatro di fine Ottocento, ovvero la facciata.

Il primo cittadino ha voluto inoltre puntualizzare alcune questioni, sollevate negli ultimi mesi attraverso quello che egli stesso ha definito un “teatrino”: nessuna frizione coi progettisti e nessuna contrapposizione tra Giunta e presidente del Consiglio. “Per noi si è sempre trattato di uno spazio da recuperare” ha spiegato Piccitto: “mantenendo lo spirito critico nei confronti di quello che era stato presentato e concepito attraverso un progetto ‘faraonico’. Non vogliamo vendere fumo e dire alla città cosa è realmente fattibile”. Fattibilità strettamente connessa alla disponibilità economica che, in sintesi, è di 3 milioni e 800 mila euro.

Numeri che sono stati snocciolati dall’assessore Iannucci, partendo dalla considerazione che negli anni non è stata assicurata la copertura finanziaria del progetto, all’appello mancano 1 milione e 400 mila euro. In altre parole, le somme impegnate nel corso di tutti questi anni dai finanziamenti della Legge su Ibla non coprono effettivamente le somme previste dal computo metrico del progetto definitivo. Un riscontro fatto attraverso un lavoro di ricerca oculato dei Piani di Spesa della Legge 61/81 dal 1998 in poi, compiuto dal dirigente del settore economico Marco Cannata.

Iannucci ha spiegato che sono tecnicamente disponibili 3 milioni 872 mila euro. Tecnicamente perché questa somma comprende il famoso finanziamento del Ministero dei Beni culturali di 1 milione e 427 mila euro, attualmente non disponibile e rispetto al quale occorrerà effettuare una reiscrizione. Il totale del computo metrico definitivo è di 7 milioni 571 mila euro, l’impegno ammonta a 6 milioni e 200 mila euro, considerando le somme dell’acquisto e indennità di esproprio del sito di 2 milioni e 200 mila euro (cifra che in parte è stata già pagata, in attesa dell’esito del ricorso in Cassazione).

Per quanto riguarda l’iter, il dirigente Scarpulla ha spiegato che è stata pubblicata la determina per la verifica del progetto definitivo, pertanto i progettisti verranno convocati per aggiornarlo all’importo impegnato e passare alle fasi della gara d’appalto, previo un passaggio amministrativo per riprendere il finanziamento ministeriale.
In base agli orientamenti dell’Amministrazione, che verranno inseriti nel progetto esecutivo attraverso stralci funzionali, verrà realizzata quindi una struttura polivalente, che non esclude la funzione di teatro.
Passaggi che richiederanno circa 6 mesi, dopo di che si potrà procedere con l’affidamento dei lavori, probabilmente attraverso l’appalto integrato, ovvero una gara per affidare sia la progettazione esecutiva che la realizzazione. Questo per snellire le procedure, privilegiando le economie del ribasso d’asta. Una procedura che funziona.

Il presidente Iacono ha delineato il quadro conclusivo: “Partiamo da 3 milioni e 800 mila euro, per intervenire sull’esistente, a partire dallo scheletro strutturale interno pieno di criticità. Sarà uno spazio destinato alla cultura, aperto anche a rappresentazioni teatrali. Teatro di prosa, certamente non lirico. Su questo si sono alimentate false aspettative, perché ricordo che nel progetto definitivo non si ritrovano in maniera convincente tutti gli elementi tipologici caratteristici di un teatro: la parte iniziale di ingresso e rappresentanza, la parte della sala, e la parte della scena”.