Come farsi mettere incinta e farsi mantenere: a lezione da Josie Cunningham

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Rieccomi, belle signore! Oggi, sempre in “perfetta stronza style”, vi volevo far conoscere una modella (non oso immaginare cosa sfili…) che ho conosciuto, qualche tempo fa, attraverso il web. La notizia arriva dall’Inghilterra e la signorina in questione si chiama Josie Cunningham.

Questa procace signorina è madre di tre figli avuti da compagni non ben identificati ed è balzata all’onore delle cronache rosa per una serie di annunci del tipo “sono incinta, ma siccome sono stata scelta per entrare nella casa del Grande Fratello mi sa che abortisco” oppure “non ti piace il mio naso, pagami l’intervento!” e via dicendo, passando per “vuoi assistere al mio parto? Il biglietto costa 12.500 euro”.

Ebbene, al culmine di un’altra illuminazione sulla via di Damasco, ha deciso di creare una pagina web per dispensare consigli alle donne dall’alto della sua esperienza. Di bellezza? Di trucco o di cucina? Suggerimenti su come trovare un lavoro in tempi di crisi? Sarebbe troppo banale. No, la signorina Cunningham, attraverso wantkidsnow.com, si ripropone di aiutare le donne a farsi mettere incinte per poi farsi mantenere dallo sventurato di turno.

La Lilith che c’è in me, neanche a dirlo, ha fatto un triplo salto sulla poltrona nel momento in cui è venuta a conoscenza di ciò. Trovata pubblicitaria? Forse, ma non credo. Questa, alle cose che dice, ci crede davvero e, con la fame di lavoro e soldi che c’è in giro, qualcuno pare le stia pure andando dietro.

Insomma, decenni di lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne e di campagne di sensibilizzazione sul sesso sicuro fatti a pezzi dalle sue ingenue parole: “Promuovo il sesso facile e senza precauzioni perché la mia esperienza mi ha insegnato che è bello restare incinta di uno sconosciuto”.

Ora, che la stupidità sia una malattia della razza umana è risaputo e, a quanto pare, è pure inguaribile. Io ho passato una notte insonne a rifletterci su, pensando a come quel genio di Selvaggia Lucarelli avrebbe commentato una simile follia. Perché per me lo è, ma naturalmente ciascuno potrà maturare il proprio parere in merito.

Un tempo, probabilmente, una signorina di tale rango non l’avremmo mai conosciuta, complice l’assenza di internet. Ma viviamo nel 2015, siamo immersi fino al collo e oltre nella cultura della rete e, come recita un celebre detto, se una farfalla sbatte le ali a Pechino crea un uragano che arriva fino a New York. Sta a noi sopravvivere al caos con quel dono che ci è stato fatto alla nascita: il libero arbitrio, che fa il paio con il discernimento.

Mi risuonano in testa le recenti e straordinarie parole di Papa Francesco sulla genitorialità responsabile e il suo invito a non mettere al mondo i figli come i conigli. I soliti polemisti hanno trovato da ridire pure su questo perché altrimenti, a corto di argomenti per qualche giorno, non sarebbero potuti andare ad occupare i salotti televisivi. La verità è che mai, che io ricordi, un altro uomo del suo livello aveva reso meglio il concetto.

Io, al contrario di Josie, non sono brava a dare consigli ma, se ne avessi l’opportunità, direi alla signorina Cunningham, e a tutte coloro che sono tentate all’idea di seguirla nel suo delirio di onniscienza, di dare un’occhiata ai dati che riguardano le ragazze madri in Italia e, soprattutto, al Sud. Partendo da Napoli, ad esempio, città che detiene il preoccupante primato per numero di ragazze che partoriscono tra i 15 e i 19 anni (solo qui, ogni anno, le ragazze madri sono circa mille su un totale nazionale di 7.088 baby mamme).

Altro che gioia e mantenimento! Dovrebbe raccontarlo a loro, la cara Josie, quanto sia bello abbandonare studi e progetti di vita e come sia gratificante avere come unica alternativa l’aborto. E i padri? Altro che soldini, loro spariscono! Secondo le statistiche il 68% diventa uccel di bosco, rendendo la situazione economica della giovane mamma ancora più complicata, in quanto, oltre a dover portare avanti la gravidanza, deve cercare un modo per mantenere se stessa e il piccolo. E stiamo parlando di ragazze che, nel 90% dei casi, sono, a loro volta, cresciute senza una figura paterna.

E se ancora tutto questo non dovesse bastare, buttiamola pure sulla salute. 30 anni dopo l’emergenza mondiale AIDS, di questo tremendo virus si muore ancora, eccome! Non pensate che abbia stroncato Freddy Mercury nel ’91 e si sia volatilizzato. La tv non ne parla più tanto spesso, ma lui c’è e va a braccetto con l’HCV, virus responsabile dell’epatite. Stando ai dati del 2012, solo in Italia il virus dell’HIV ha infettato 180mila persone, portandone 40mila ad AIDS conclamata. La cosa ancora più grave è che pochi sanno di essere sieropositivi, così le nuove infezioni si moltiplicano al ritmo di 4000 all’anno, 11 ogni giorno. L’HCV non è più clemente. Il 2-3% della popolazione italiana sarebbe venuta a contatto col virus. Risultato? Circa mille nuovi casi di epatite C all’anno.

E allora, belle ragazze mie, qualunque sia la vostra età e sia che siate madri o figlie, meno gossip e più informazione, meno indifferenza e più cultura, meno fesserie da talent e più educazione.

E se vi sembra che vi abbia fatto la predica dal piedistallo, scusatemi. Scendo e recupero subito. Da perfetta stronza quale sono, con il garbo e la gentilezza che mi contraddistinguono, come Ficarra e Picone invito Josie Cunningham ad andare a quel paese. Che non è Rosolini, fate un po’ voi…