Il 3 marzo esce “3”. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Francesco Cafiso

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Foto di Rosellina Garbo

Segnatevi questa data: 3 marzo 2015, martedì.
In digital download, e su tutte le piattaforme streaming, arriva 3, il nuovo lavoro discografico di Francesco Cafiso, l’ex bambino prodigio vittoriese, diventato oramai l’ambasciatore della musica jazz italiana nel mondo. Il cofanetto, contenente i tre album, sarà poi disponibile nei negozi di dischi dal 24 marzo.

Per dar vita ad un progetto tanto ambizioso, Francesco ha passato gli ultimi tre anni in studio tra Italia, a Londra, New York e Los Angeles e ha coinvolto più di cento artisti tra cui 33 membri della prestigiosa London Symphony Orchestra, oltre ai siciliani Mauro Schiavone e Giuseppe Vasapolli (autore della sigla degli Mtv Awards 2013), che hanno affiancato il sassofonista negli arrangiamenti dei brani.

Noi abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui.
Tre dischi in uno. Con l’album 3 gli appassionati di musica jazz che da tempo attendevano il tuo ritorno saranno ampiamente ricompensati! Cosa pensi di poter trasmettere loro attraverso ogni brano e quanto c’è, in ogni traccia, di te?
3 è interamente costituito da mie composizioni originali. Tre album profondamente diversi: “La banda”, “20 cents per note” e “Contemplation”.  “La banda” ritrae la mia sicilianità, in memoria del legame che unisce la mia terra al jazz; “20 cents per notes” è la mia anima artistica, la mia indole jazzistica che non mi abbandona mai; “Contemplation” rappresenta la mia spiritualità, la mia concezione intima dell’esistenza.

Tre anni di lavoro in giro per il mondo e oltre cento artisti coinvolti, tutto dentro un cofanetto. Cosa ti ha dato questo lavoro? E c’è qualcosa che, invece, avresti voluto metterci dentro e alla quale, per questa volta hai dovuto rinunciare, rimandando?
I tre anni di intenso lavoro ai dischi sono stati un’esperienza meravigliosa e unica, oserei dire anche irripetibile. Lavorare contemporaneamente a tre dischi così diversi tra loro richiede uno sforzo creativo incredibile e una concentrazione elevatissima, oltre che risorse e sacrifici di ogni sorta; è un’operazione talmente difficile e folle che può essere fatta una sola volta nella vita. Per la prima volta nella mia vita ho curato in modo attento e scrupoloso ogni singolo aspetto e dettaglio della mia musica (dalla composizione all’arrangiamento, dall’orchestrazione all’editing, al missaggio, al mastering, valutando con estrema attenzione ogni scelta che riguardasse la buona riuscita di ogni composizione). Sono stati tre anni molto intensi, delicati e particolari della mia vita, non è un’esagerazione definirli folli. In questo progetto c’è, infatti, tutto me stesso, c’è una grande passione, ci sono tanti studi, sacrifici, momenti di stanchezza…
Ma oggi, alla fine di quest’avventura, non potrei essere più contento e soddisfatto.

In questo nuovo lavoro il numero 3, come abbiamo visto, ricorre costantemente. È l’album della maturità e della “perfezione”?
Questi album sono semplicemente la fotografia della mia musica, del mio modo di viverla e sentirla in questo particolare momento della mia vita. Tutto il lavoro che avrei potuto fare in più anni l’ho fatto in una volta sola, perché questa musica, nella sua eterogeneità, rappresenta il Francesco Cafiso di adesso. 3 rappresenta le mie tre anime: è come se fossero i tasselli di un puzzle che, se ricomposti, formano la mia personalità e concezione artistica.

Da enfant prodige a compositore, arrangiatore e concertatore jazz tra i più rinomati al mondo. Cosa ti sei lasciato alle spalle e cosa, invece, è cresciuto con te?
Con questa esperienza sono cresciuto tantissimo, umanamente e artisticamente. Ho aperto nuove finestre sul mondo, allargando la mia prospettiva e la mia concezione della musica. Mi ha donato nuove e molteplici lenti attraverso cui guardare all’arte nella sua totalità. Il grande sforzo creativo, oltre che il grande lavoro d’introspezione che c’è dietro, mi ha portato ad andare oltre a quelli che credevo fossero i miei limiti, dandomi una maggiore consapevolezza di ciò che voglio dalla mia musica. Ho toccato con mano una realtà diversa, mi sono confrontato con altre persone e ho approfondito aspetti del mio lavoro (parola che non amo usare quando si parla di musica) che non avevo ancora esplorato e vissuto; oggi riconosco di essere maturato anche professionalmente.

Ultimata la fase della realizzazione e della pubblicazione arriva, adesso, quella della promozione. I tuoi prossimi impegni? E quanti di questi ti vedranno sui palchi della provincia di Ragusa?
Calcherò tantissimi palcoscenici in giro per il mondo. Suonerò anche in Brasile e all’Expo di Milano. Potrete inoltre ascoltarmi al “Vittoria Jazz Festival” 2015, dove, per la prima volta, presenterò il disco La Banda nella sua versione integrale.

Infine, un augurio per te e per questo album.
Che l’amore, la passione e la dedizione con cui ho lavorato a questo progetto possano trapelare dall’ascolto di questi album e che questa Musica piaccia alla gente tanto quanto piace a me!