Ma dove sono i soldi dei cantieri di servizio? Occupata l’aula consiliare, a Comiso

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Stiamo ancora aspettando che la Regione ci mandi i 284mila euro dei 9 cantieri di servizio finanziati e che darebbero lavoro a circa 100 cittadini. Per questo oggi occupiamo l’aula consiliare del Comune

A parlare è l’assessore ai Servizi Sociali di Comiso, Vittorio Ragusa, che spiega come l’ente abbia partecipato, come gli altri della provincia, al bando regionale pubblicato nel 2013. Solo che mentre nella maggior parte dei comuni i cantieri si sono già conclusi, a Comiso e Scicli non sono potuti neanche partire.

“Non abbiamo ricevuto nulla, nonostante più volte abbiamo contattato gli uffici competenti e ci abbiano assicurato che la pratica è apposto. A mio modo di vedere – ha proseguito Ragusa – il motivo è da ricercare nella ripartizione della somme stanziate. In sostanza, i 5 milioni di euro non sono bastati per tutti i comuni”.

Ragusa fa sapere di aver più volte sollecitato anche la deputazione regionale, nello specifico  gli On. Di Giacomo e Di Pasquale. “A marzo – ha aggiunto Ragusa – ho avuto rassicurazioni da Di Giacomo, ma si è concluso aprile e ancora niente soldi. Il nostro è un ente dissestato – ha concluso l’esponente della giunta Spataro – i cittadini ci chiedono aiuto e il minimo che io posso fare è rappresentarli e farmi loro portavoce”.

Con lui, ad occupare l’aula consiliare, c’erano molti dei comisani inseriti nelle graduatorie per i cantieri di servizio che chiedono solo due cose: lavoro e dignità.

Il sindaco, Filippo Spataro, prima di volare a Roma, ha voluto porgere loro un saluto e non ha mancato di esprimere le sue preoccupazioni. “Sta scoppiando una bomba sociale – ha detto – ma cercheremo, fin quando sarà possibile, di venirvi incontro con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Purtroppo non abbiamo i trasferimenti, e di conseguenza neanche colpe”.

Spataro si è detto d’accordo con la protesta e ha sposato le ragioni dei cittadini, ma ha chiesto che tutto possa essere mantenuto su un piano di scontro civile. “Aspettiamo ancora un po’ – ha concluso – Noi siamo qui e siamo con voi, anche perché consapevoli del fatto che questi cantieri, per molte famiglie, rappresentino l’unica fonte di sopravvivenza”.