Malati di gioco. I dati sono impressionanti, le motivazioni pure: “Così spero di uscire dall’indigenza”

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Malati di gioco

Basta fare un giro per le ricevitorie e i punti autorizzati, per rendersi conto di come il fenomeno sia di enorme portata. Ma c’è anche un piccolo studio della Diocesi che conferma le ludopatie come una delle emergenze che investono il territorio.

La Diocesi di Ragusa ha avviato un’indagine pilota su un punto vendita della città di Ragusa allo scopo di rilevare i dati di vendita di gratta e vinci (9 mesi di rilevazione) e di pacchetti di sigarette (6 mesi di rilevazione). Sebbene limitata su un unico punto, la rilevazione ha dato risultati di grande interesse. La cifra totale di denaro che ruota intorno al gratta e vinci è di 150.000 euro in 8 mesi: circa 225.000 euro all’anno. Ovviamente una parte di questi soldi produrrà una vincita, ma è significativa la mole di denaro spostata dal gioco.

Gli incassi maggiori si verificano, come preventivabile, nei fine settimana e in alcuni giorni particolari: il 2 novembre, il 26 dicembre, il 6 gennaio, il 14 febbraio, l’8 marzo, il fine settimana di Pasqua compreso il Lunedì dell’Angelo. Ovvero si gioca sempre, anche quando una volta si preferiva andare a fare le scampagnate. I tagli preferiti sono quelli medio alti.

Il 46% delle giocate riguarda gratta e vinci da 5 euro in su. Il 9% addirittura da 10 euro in su. Per quanto riguarda il fumo, i pacchetti di sigarette venduti in 6 mesi sono quasi 48.000. In proiezione nell’anno arrivano a quasi 100.000 pacchetti. E questo su un solo punto vendita.

Il dato complessivo sui 700 punti giochi presenti in provincia (all’inizio del Duemila erano solo 70) parla di 821mila euro al giorno di giocate. In Sicilia si stimano 88.000 giocatori patologici ed in trattamento ve ne sono 1.049; nella provincia di Ragusa si registrano 130 famiglie in cura presso l’Asp e si stimano 4.500 persone affette da dipendenza da gioco.

Sul dato relativamente basso di casi seguiti dal Sert, ossia 116 (con punta massima a Vittoria), Elisa Manna del Censis spiega: “Il giocatore che finisce al Sert non è un semplice giocatore compulsivo, ma è un giocatore che presenta ormai una tale serie di disturbi psicologici e del comportamento da richiedere un trattamento sanitario”. Ma l’aspetto più interessante della ricerca riguarda le interviste su come la gente ‘legga’ queste nuove forme di povertà.

“Il gioco d’azzardo – spiega la ricercatrice Censis – nelle sue diverse forme (gratta e vinci, slot machines, poker on line) sono una realtà palpabile nel Ragusano: moltissimi i punti dove si può accedere a questo tipo di gioco a livello territoriale: non a caso la percezione degli intervistati è di grande diffusione (molto diffusi: 38,2%; abbastanza diffusi: 48,3%)”. E aggiunge: “I più consapevoli sembrano essere gli intervistati adulti, e anche i giovani. Le motivazioni della diffusione del gioco d’azzardo vengono dolorosamente riportate alla crescente indigenza e alla speranza di ‘un rovescio’ di fortuna: il 78,2% degli intervistati sintetizza in questo modo il fenomeno: “si tratta di un fenomeno molto diffuso, la gente si rivolge al gioco d’azzardo perché spera di migliorare il tenore di vita”. Solo il 14,3% riporta l’origine del fenomeno agli interessi in gioco della criminalità organizzata”.

L’Asp ha organizzato per giovedì 12 novembre un incontro su “Gioco d’Azzardo Patologico: aspetti clinici e sociali”. Si terrà alle 19,30 presso l’hotel Antica Badia a Ragusa. L’incontro sarà condotto dal Orazio Palazzolo medico psichiatra del Sert di Ragusa.