Dipasquale ribatte a Di Battista: “Altro che eredità disastrosa”. E sul Pd: “Io resto”

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Nessuna sindrome da “ex sindaco”, nessuna intenzione di abbandonare il Pd bensì voglia di andare avanti, guardando sempre in maniera privilegiata al territorio ibleo. Da questo, la necessità di puntualizzare diverse questioni, a partire dalle dichiarazioni dell’onorevole pentastellato Alessandro Di Battista rilasciate a Ragusa sabato scorso.

Nello Dipasquale dice di voler difendere la collettività e la storia politica della città barocca.

“Nessuno può venire nel cuore di Ragusa e parlare di un Comune disastrato, ereditato dai grillini in condizioni pietose. Lo dico non solo da ex sindaco, ma da esponente di una cultura politica rispettosa del lavoro dei predecessori istituzionali”.

È in piena forma il deputato regionale del Pd che non manca di lanciare stoccate ai Cinque stelle. “Di Battista ha tenuto un comizio?”, chiede. “E dove?”, aggiunge. “Quante persone c’erano ad ascoltarlo?”, affonda. Il dato era già stato diffuso, circa 500. “Indicativo”, lascia in sospeso, per poi sottolineare: “Di Battista non ha trovato la piazza gremita ad accoglierlo. Un leader nazionale che arriva in una città governata dai grillini e non trova il pienone dovrebbe chiedersi il perché. Se fosse vero che gli uomini del Movimento cinque stelle salvano le città dai disastri avrebbe dovuto trovare l’intera comunità ad osannarlo. Evidentemente così non è stato. Nemmeno dagli altri Comuni sono arrivati in massa”.

Il deputato del M5s, sabato pomeriggio in piazza San Giovanni al termine del comizio tenuto col collega Alessio Villarosa, alla domanda sull’operato del sindaco Federico Piccitto aveva risposto: “È destino del M5s ereditare Comuni in macerie. Livorno, Roma, avverrà pure con l’Italia perché se dovessimo un giorno governarlo sarà un Paese disastrato da trent’anni di partitocrazia. C’è da rimboccarsi le maniche e qua a Ragusa l’hanno fatto. Poi, come sempre, il lavoro di un’amministrazione va giudicato a termine del mandato. Alla fine, com’è giusto, saranno i cittadini a giudicare”.

Non ci sta Dipasquale: “Un’amministrazione che si insedia trova sempre cose iniziate da portare avanti e lavora per realizzarne di nuove. L’esperienza amministrativa è la somma di queste due attività. Di Battista poteva informarsi meglio, poteva sottolineare le cose che l’amministrazione Piccitto aveva trovato da fare, o rifare, ed elencare i punti dell’attività di ormai quatto anni di governo pentastellato. Invece, come si caratterizzano i grillini, ha scelto la strada dell’infangare e sporcare. Nella politica ci sta tutto – ha aggiunto – ma pretendo il rispetto delle amministrazioni precedenti, non solo la mia, che hanno reso bella la nostra città”.

Per quanto riguarda il suo operato, Dipasquale brevemente commenta: “Non abbiamo lasciato nessuna, o quasi, opera pubblica incompleta. Tutti i lavori sono stati consegnati, tranne il parcheggio di piazza del Popolo e poco altro. Davvero un numero irrisorio rispetto alle decine e decine di opere pubbliche realizzate”.

Ed ancora: “La città dal punto di vista finanziario era in salute, come certificano i verbali del commissario straordinario Margherita Rizza. E ricordo che quando amministravo arrivavano circa 3,5 milioni di euro all’anno dalle royalties petrolifere. Nulla a che vedere con i quasi 60 milioni di euro finora incamerati da Piccitto”.

L’accenno alle royalties non può che richiamare l’esposto alla Procura della Corte dei conti che Nello Dipasquale ha annunciato circa un anno fa ipotizzando un utilizzo improprio di queste risorse da parte del Comune ibleo. Una recente nota dell’organismo di controllo contabile giunta a Palazzo dell’Aquila ha fatto esultare i pentastellati, ma l’onorevole frena:

“Ho letto su qualche sito e giornale locale che la questione risultava chiusa, non lo è affatto. Attendiamo il prossimo bilancio consuntivo per vedere come stanno le cose. Ho parlato recentemente con esponenti della Procura della Corte dei conti. È stata chiusa la prima parte ispettiva ma è stato anche chiesto al Comune ibleo di fornire il dettaglio dell’allocazione delle risorse provenienti dalle royalties. Mi risulta che non siano arrivate risposte. E quindi, se in questa fase non è stato contestato ancora nulla, la vicenda non è assolutamente chiusa. Attendiamo il consuntivo del 2016″.

Non solo Movimento cinque stelle. Nello Dipasquale risponde anche a qualche domanda sul Pd, alla luce dei recenti movimenti soprattutto nel secondo circolo cittadino, a partire dalle dimissioni del segretario Mimmo Barone.

“Rispetto le scelte di tutti. Io provengo da una formazione diversa, dalla tradizione di un partito plurale come la Dc. Rimango coerente al mio modello. Speravo, e spero ancora che nel Pd si possa costruire nel rispetto delle diverse storie politiche di ognuno”.

Relativamente alle voci che lo vedono intenzionato ad uscire da Pd risponde: “Non esiste. Si tratta di illazioni come tante che si dicono per denigrare l’altro. Tanti anni fa, quando ho compreso che il progetto del centrodestra era fallito ne ho preso le distanze fondando il Movimento civico Territorio. I cittadini mi hanno sostenuto con grande consenso, penso alle scorse regionali. Successivamente ho fatto una scelta, che con coerenza da oltre due anni porto avanti, sempre più convintamente. Davvero oggi il Pd rappresenta l’unico partito strutturato, nonostante le difficoltà all’interno, in grado di fornire risposte al Paese”.

[Fonte La Sicilia]