La scelta di non ricandidarsi, i bilanci, il futuro: intervista al sindaco Federico Piccitto

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Una immagine del dicembre 2017 tratta dal profilo di Luigi Di Maio

Federico Piccitto spiega i motivi della sua scelta di non candidarsi alle prossime amministrative di primavera. Il primo cittadino cinque stelle lo aveva annunciato sabato pomeriggio a consiglieri comunali e attivista. Adesso spiega le ragioni di questa decisione.

“La motivazione è legata a motivi personali; tanti anni di lavoro duro, difficile, che mi ha impegnato chiaramente totalmente h24, da tutti i punti di vista, mentalmente, fisicamente. È stata una scelta anche difficile da descrivere. Fare il sindaco per cinque anni ha tante sfaccettature: ci sono momenti bellissimi, esaltanti, con risultati e momenti difficilissimi, brutti, quindi c’è anche da parte mia la necessita di rientrare nella mia dimensione personale, familiare. La necessità di riappropriarmi un po’ di questo e poi dall’altra parte c’è anche la voglia comunque di spersonalizzare questo movimento da una persona, quindi di svincolarlo e dare la possibilità al movimento di camminare con le sue gambe nell’ottica della continuità perché, il fatto di aver indicato massimo va in questa direzione, cercare di tutelare e comunque di mettere in sicurezza anche un progetto che è stato incarnato da tante persone”.

Lei si tirerà fuori?

“Io rimarrò nel ruolo di attivista, di aiuto, non ho intenzione certamente di abbandonare il movimento”.

Una decisione maturata da tempo?

“Ci pensavo da un po’, ma prima ho voluto mettere in sicurezza un po’ di cose, ho cercato di completare alcune cose complicate, i rifiuti, col nuovo servizio, un po’ di appalti che devono partire un po’ di interventi da ultimare”.

La neo deputata grillina di Ragusa, Stefania Campo, è sembrata assai tiepida su questa scelta di indicare Iannucci. Che ne pensa?

“Io penso che Stefania, non essendo presente all’incontro di sabato perché impegnata a Palermo. non abbia compreso tutto il discorso, magari non aveva tutti gli elementi per poter valutare questa vicenda. Sono sicuro che appena ne parleremo lo capirà perfettamente, perché non è un’imposizione. Nessun diktat o un’indicazione tipo il monarca che designa il proprio figlio come successore, nulla di tutto questo, Massimo rappresenta semplicemente la punta dell’iceberg cioè semplicemente la persona che dovrà continua a trainare quel treno che io ho portato avanti in questi anni come capotreno”.

In questi anni avete perso alcuni consiglieri. Cos’è accaduto?

“Negli anni ognuno ha fatto le sue valutazioni. Io invece voglio ringraziare quelli che sono rimasti, che ci sono fin’ora, che tengono duro. Quel gruppo là è rimasto negli anni al di la delle critiche, dei problemi, dei dissapori. Ha mantenuto fede agli impegni e continua ad approvare gli atti che servono alla città. Ai consiglieri 5 stelle si può rimproverare una certa inesperienza, che rimprovero anche io a me stesso, perché fondamentalmente siamo tutti nuovi”.

Inesperienza a parte, quali sono i tratti distintivi di svolta dell’esperienza pentastellata a Ragusa?

“L’aspetto positivo è stato sicuramente quello di aver cambiato rotta, uno stile diverso con cui si dovranno confrontare quanti amministreranno la città. La mia idea era un quella di rendere questo ambiente del comune trasparente e come dire quasi asettico rispetto alla figura del sindaco, che non deve essere più ‘u sinnicu’ con cui uno deve avere un rapporto personale per ottenere qualcosa, ma il sindaco deve essere colui che presta il servizio alla comunità senza favorire l’uno o l’altro”.

Vuol togliersi dei sassolini dalle scarpe?

“No, sassolini no. A me l’unica cosa che interessa è mettere in sicurezza il movimento, fare in modo che questo passaggio venga compiuto bene, si programmi bene per il futuro, con le persone che in questi anni hanno lavorato, tutti insieme… partendo dal nucleo storico di consiglieri e attivisti che ci sono. La base di partenza parte sono la giunta, il consiglio, più gli attivisti, che sono sempre attenti, lavorano, fanno banchetti… ci saranno persone che si aggiungeranno, e dico con piacere, in un progetto di continuazione di ciò che si è fatto. C’è una storia che parla per noi…”.

I vertici del movimento come hanno preso la sua decisione?

“Loro ci hanno sempre portato ad esempio, e sulla continuità non c’è nessun tipo di problema”.

Si dice che lei voglia andare a Roma, candidandosi alle Politiche…

“Non è possibile, perché il mandato scade dopo, e si vota a marzo per le politiche. Non vedo come potrei partecipare. Nel caso di scioglimento anticipato? No, non credo proprio che sia una possibilità: fa parte di un percorso che sto facendo, ha una sua logica… in linea di massimo, per come sono i fatti adesso, la mia idea è di completare… la città ha bisogno di avere una guida fino a quando può averla”.

C’è chi lamenta che il sindaco si vede poco in giro. Secondo lei la gente ha capito il suo approccio con il suo ruolo?

“Secondo me sì, non ci sarebbe stato il consenso grosso alle regionali. Ho ricevuto molti messaggi di ringraziamento, di sostegno. Mi ha molto colpito qualche intervento delle opposizioni, qualcuno addirittura brindava felice: probabilmente vedeva la sconfitta all’orizzonte… per quanto riguarda la presenza tra la gente, ho dovuto sacrificare una parte che mi piace, io sono una persona socievole, mi piace stare in giro, rapportarmi con la gente. Ho dovuto sacrificare questo aspetto per fare ottenere risultati alla città: la mole enorme del lavoro portata a termine è stata possibile anche grazie al fatto che mi sono sacrificato, impiegando il tempo a controllare, coordinare, stimolare il lavoro degli uffici per ottenere i risultati. Risultati che sono sotto gli occhi di tutti: i lavori pubblici, le inaugurazioni, sono frutto di pianificazione che non parte il giorno prima… se non si pianifica non si raccoglie niente….”.

Cosa non siete riusciti a completare o a portare avanti come avreste voluto?

“Non abbiamo fatto tutto, non abbiamo ottenuto tutti i risultati che volevamo: in campo urbanistico qualche risultato in più potevamo ottenerlo… però preferisco guardare in positivo, a ciò che si è fatto. Abbiamo messo in sicurezza i conti del comune, prima eravamo dipendenti dalle royalties, ora c’è una situazione più stabile. Abbiamo rianimato il circuito culturale (con l’apertura del teatro Marcello Perracchio alla seconda stagione,), tanti lavori pubblici, sei milioni per il rifacimento della rete idrica, la rivoluzione nel sistema dei rifiuti, la metropolitana dii superficie”.

Adesso, quindi, il movimento come si muoverà per le amministrative?

“Si tratterà di comporre la squadra, di individuare i candidati consiglio, i possibili assessori: cose che vedremo con passaggi vari. Si rischia una rottura? Non credo, perché sarebbe un disconoscere la propria storia, la nostra cultura è quello che abbiamo fatto finora. Chi non riconosce questo non riconosce se stesso. Io non credo che questo avverrà. Credo che già a partire dal gruppo consiliare ci sarà un appoggio, si farà di nuovo squadra come abbiamo dimostrato di saper fare andando sempre avanti…”.