Tonino Solarino: “Non sono candidato a sindaco”. E fa un appello a Massari e Calabrese

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Tonino Solarino alla presentazione del libro di Matteo Renzi a Ragusa (immagine tratta da Repubblica.it)
Ecco il testo della lettera aperta di Tonino Solarino, che all’indomani della fine del mandato alla Fondazione San Giovanni Battista aveva annunciato di tornare a fare politica.
“Caro Giorgio e caro Peppe,
qualche tempo fa ho auspicato che la città di Ragusa potesse contare su “sette sindaci” con grande esperienza politica e amministrativa. La città ha bisogno in tutti i settori di una classe dirigente all’altezza del futuro. Ho appreso con gioia mista a preoccupazione delle vostre candidature a sindaco di Ragusa.
Con gioia perché, nell’area culturale e politica in cui mi riconosco, entrambi siete “due dei sette sindaci” che possono dare una mano al governo della città.
Questa estate, interpellando tanti amici, i vostri nomi erano sempre compresi nella rosa dei nomi dei possibili candidati. Gli altri per dovere di cronaca, e sperando di non creare disagio o irritare nessuno tra i citati (e i non citati) erano: Sergio Guastella, Carmelo Arezzo, Antonella Leggio, Vito Piruzza, Giorgio Ragusa, Alessandro Tumino, Giovanni Iacono, Emanuele Occhipinti…
La preoccupazione nasce per l’eventualità, oggi molto concreta, che le vostre candidature possano presentarsi contrapposte al voto.
In molti hanno chiesto anche a me di proporre la mia candidatura. IO NON SONO CANDIDATO A SINDACO! Voglio dare una mano e non posso rassegnarmi all’idea che ancora una volta il centro sinistra si divida compromettendo seriamente le possibilità di vittoria. Con l’attuale legge elettorale andando contrapposti si rischia di non essere rappresentati nemmeno in consiglio comunale.
Dobbiamo e possiamo trovare una sintesi programmatica e un metodo per selezionare il candidato sindaco unitario. La politica è pensiero e azione sintetica. La vera sfida culturale e politica è una leadership condivisa.
Non avrà il mio consenso chi dovesse intestarsi la responsabilità della rottura. Le primarie di coalizione non le vogliono gli addetti ai lavori o le “truppe cammellate” (semmai qualcuno potesse disporne), le vuole l’elettorato. Tra il 53 per cento che non votato alle regionali ci sono tanti elettori di centro sinistra che non trovano progetti ma lotte tra ceto politico. C’è il tempo di fare le cose insieme e bene e abbiamo la responsabilità di provarci.
Chiedo al Pd di spostare in avanti il termine del 12 Gennaio che era stato fissato per verificare la disponibilità di altri ad un percorso unitario. Chiedo a te Giorgio e a te Peppe di non fare cadere nel vuoto l’appello a costruire insieme. Chiedo ai partiti del centro sinistra e alle liste civiche di area di avviare un dialogo sul programma e sul candidato a sindaco unitario”.