Omicidio Dezio, libero anche Gaetano Pepi. Il 27 febbraio si torna in aula

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Era il 2 febbraio 2016 quando, nelle campagne del vittoriese, veniva assassinato l’imprenditore agricolo 65enne Giuseppe Dezio. Ad armare la mano che si era alzata sulla vittima pare sia stata una discussione legata ai passaggi nelle stradine interpoderali, tra le aziende di Dezio e di Pepi. Il coltello era stato poi ritrovato all’interno di una serra, non distante dal luogo del delitto, circa un mese dopo. Per quel drammatico fatto di sangue vennero subito arrestati Gaetano Pepi e i suoi tre figli: Antonino, Alessandro e Marco. Gli ultimi tre sono stati rimessi in libertà nel maggio scorso, su decisione del Tribunale della libertà di Catania, dopo un periodo agli arresti domiciliari.

Dell’omicidio si è autoaccusato il padre, l’unico rimasto ai domiciliari. Ma la Corte d’Assise di Siracusa, adesso, ha accolto l’istanza proposta dal legale e ha ordinato la revoca della misura cautelare, prescrivendo esclusivamente l’obbligo di presentazione alla P.G.. L’accusa è di omicidio volontario, ma l’uomo ha sempre sostenuto di avere agito per difendere il figlio Alessandro da Dezio. Si tratterebbe, dunque, di un caso di legittima difesa.

Il processo riprenderà dinanzi la Corte d’Assise di Siracusa il 27 febbraio, quando sfileranno altri testimoni della Pubblica Accusa. Consulenti di parte degli imputati sono la Dott.ssa Antonella Milana, medico legale, e l’ex Comandante dei R.I.S. di Parma, Generale Luciano Garofano. Per l’Avv. Giuseppe Lipera, difensore della famiglia Pepi, la scarcerazione “ha posto fine ad una tremenda ingiustizia