Raddoppio della Ragusa – Catania, da Roma l’ennesimo stop

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Il comitato ha ripreso e fatto suo l’allarme che ho lanciato la scorsa settimana, quando mi sono reso conto, parlando con il Direttore generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali Vincenzo Cinelli, che, a seguito di un intervento della dr.ssa Alessandra Dal Verme, Vice Ragioniere generale dello stato, il progetto era stato bloccato“. Ad affermarlo è l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, e l’allarme al quale fa riferimento è quello lanciato ieri dal Comitato per il raddoppio della Ragusa – Catania il cui iter, per l’ennesima volta, subisce una brusca frenata, mettendo seriamente a rischio i finanziamenti.

Per l’assessore “la motivazione di questo nuovo stop è strumentale” e finalizzata a far perdere tempo prezioso, a dimostrazione di un totale disinteresse del governo nazionale per le sorti delle infrastrutture siciliane. Secondo Dal Verme, infatti, il progetto deve ancora passare dalla Commissione Superiore Nazionale dei Lavori Pubblici e poi, essendo un project financing, validato dal MEF, il Ministero Economia e Finanze. Solo a quel punto potrà andare al Cipe. Per Falcone, invece, il progetto ha già ottenuto tutti i pareri necessari e a Roma “stanno facendo il gioco dell’oca sulla pelle dei siciliani” e, considerato che adesso potrebbe anche essere richiesta la VIA (la Valutazione di Impatto Ambientale) potrebbe passare un altro anno prima dell’inizio dei lavori. Tutto questo mentre giovedì scorso, a Napoli, il Ministro per le Infrastrutture, Del Rio, ha garantito che il raddoppio si farà. Un ulteriore colpo alla Sicilia, dunque, e ad una provincia, quella ragusana, che non ha ancora un solo chilometro di autostrada. “La settimana prossima sarò di nuovo a Roma – conclude Falcone – e cercherò di sollecitare un’accelerazione delle procedure“.

Il raddoppio della Ragusa – Catania, arteria sulla quale i morti si contano a decine, è un’opera da realizzare sia con fondi pubblici che privati, comunitari e strutturali, tutti di nuovo a rischio. Per tali motivi, dopo una riunione tenutasi al comune di Francofonte il 7 febbraio, il Comitato per il raddoppio ha avanzato richiesta di un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Gentiloni e con il Ministro Del Rio, concordando anche, si legge nella nota diramata ieri, “la mobilitazione dei territori con ogni azione utile per rappresentare la necessità di arrivare in tempi certi, e oramai ineludibili, alla realizzazione di questa vitale infrastruttura che, pensata nel 1998, ha una storia burocratica di oltre 18 anni che ancora deve essere completata“.

Di seguito il testo integrale della lettera che i sindaci di Lentini, Carlentini, Francofonte, Vizzini, Licodia Eubea e Chiaramonte Gulfi hanno inviato al Presidente del Consiglio Gentiloni, al Ministro Del Rio e al Presidente della Regione Sicilia Musumeci.

In data 05.06.2017 e 10.07.2017, a Roma, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in via Nomentana 2, siamo intervenuti ai lavori della Conferenza di Servizi istruttoria relativa al progetto definitivo dell’autostrada Catania-Ragusa. Alla Conferenza abbiamo partecipato, assieme ad altri Enti coinvolti, con la speranza che, finalmente, fosse stata completata una lunga trafila burocratica che, giorno dopo giorno, ha visto alternarsi sentimenti di speranza, a frustrazioni e senso di impotenza. Oltre quindici anni pensavamo fossero stati sufficienti, perché un territorio, che coinvolge più o meno direttamente decine di comuni, capoluoghi di provincia e la città metropolitana di Catania, ottenesse la realizzazione di un tratto autostradale, che li liberasse dal peso di una economia ristagnante, dal peso di centinaia di morti e feriti e dalla consapevolezza di essere sempre gli “ultimi”.

Eravamo stati più volte rassicurati che il 20.02.2018, il CIPE avrebbe suggellato, con un ultimo e definitivo parere, l’inizio dell’iter che nel giro di qualche mese avrebbe consentito l’avvio dei lavori dell’autostrada Catania – Ragusa. In questi giorni, invece, avviene l’impensabile, cioè quello che appariva certo e immediato, si allontana, diventa indefinito, i “se”, i “ma” e i “forse”, di cui nessuno si assume paternità, fanno spostare i tempi, tanto da far temere un rinvio a data da destinare, cosa che spesso in Italia significa che, il così detto sistema, nascondendosi dietro la macchina burocratica, decide di far morire nel pantano il progetto di un intero territorio. Sembra inutile evidenziare quante speranze di rilancio economico e sociale si ripongono nella realizzazione di questo tratto di autostrada, sia per la ricaduta diretta che indiretta, non si deve dimenticare che tre province e due aeroporti si avvicinerebbero in termini di tempi di percorrenza, delle realtà produttive importanti nel mondo turistico e agroalimentare sarebbero rilanciate, e ultima cosa, forse la più importante, si ridurrebbe immediatamente il numero di vittime, fattore che ha reso famosa, negativamente, questa strada.

Al fine di scongiurare il peggio, e perché si possa conoscere la vera intenzione di un governo che si appresta ad essere valutato politicamente tra pochissimo tempo, chiediamo un incontro formale e urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Gentiloni e al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti On. Del Rio. Qualora questa nostra richiesta non venisse accolta e nella funesta ipotesi che un rinvio a data da destinare sia l’esito dell’attività del prossimo CIPE, ci riserviamo la possibilità, con il coinvolgimento dei territori, di intraprendere delle azioni eclatanti che faranno emergere il dissenso e la non condivisione, da parte nostra, di scelte che ci vedono vittime e non complici”.