Stalker in manette, aveva incendiato l’auto del compagno dell’ex moglie

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Arrestato per stalking dalla polizia un vittoriese di 46 anni, a seguito dell’ordine di esecuzione della misura cautelare disposta dal Tribunale ibleo. L’indagato, con reiterate minacce e molestie, ha cagionato stato d’ansia grave e perdurante all’ex moglie, ingenerando in lei un fondato timore per l’incolumità propria e dell’attuale compagno, costringendoli a cambiare abitudini di vita ed a non recarsi più a Vittoria.

I due coniugi si erano separati 3 anni fa e, dopo diverso tempo dalla separazione, la donna aveva iniziato una nuova relazione ma l’aveva tenuta nascosta per paura di ritorsioni; dopo un anno ha deciso di renderla pubblica e lì è iniziato l’incubo. Ha iniziato a ricevere minacce di ogni tipo, prima telefonicamente con messaggi e instant messenger, e poi verbalmente in ogni circostanza. In un’occasione l’ex marito ha incontrato la vittima in un locale pubblico e l’ha insultata e minacciata perchè stava frequentando un ragusano.

Il comportamento dell’ex marito è pian piano diventato sempre più prevaricatore, tanto da far cambiare abitudini di vita alla nuova coppia. Non pago di averli costretti a vivere a Ragusa, l’indagato, poche settimane fa, ha appiccato l’incendio all’auto del compagno della vittima, colpevole di aver iniziato una relazione con l’ex moglie. Le fiamme hanno distrutto totalmente la vettura, del valore di 40.000 euro, e in parte un altro in sosta accanto.

LE INDAGINI

La Squadra Mobile di Ragusa, considerata la gravità dell’incendio divampato, convocava presso gli Uffici della Questura di Ragusa i proprietari delle auto, concentrando i propri sforzi investigativi sul veicolo totalmente distrutto in quanto era verosimile che l’incendio fosse partito da li. La parte offesa inizialmente non sapeva o voleva spiegare in alcun modo il perchè avessero incendiato la sua auto, asserendo peraltro di un’eventuale causa accidentale. Gli investigatori hanno subito acquisito le immagini di video sorveglianza della zona, riuscendo a comprendere che l’incendio fosse doloso e che poco prima del divamparsi delle fiamme giungeva un veicolo per poi allontanarsi immediatamente dopo il propagarsi.

Le indagini quindi si concentravano sulla vita del proprietario del veicolo fin quando l’uomo ammetteva di avere una compagna e che la stessa era separata da un tipo violento che l’aveva minacciata più volte. Convocata negli uffici della Squadra Mobile, la donna confidava agli investigatori di temere per la propria vita e quella del nuovo compagno proprio per quanto sopra dettagliatamente descritto, ovvero minacce e ingiurie che le avevano fatto cambiare stile di vita e abitudini. Gli uomini della Polizia di Stato riuscivano a ricostruire ogni movimento dell”indagato; l’uomo a bordo della propria auto partiva da Vittoria per giungere a Ragusa presso l’abitazione dell’ex moglie e del compagno della stessa; controllato che non vi fosse nessuno, parcheggiava l’auto poco distante, appiccava l’incendio, risaliva a bordo della sua auto e si dirigeva verso Vittoria, comune in cui vive; durante il tragitto per Vittoria, l’uomo incappava in un incidente stradale autonomo, forse per lo stato emotivo, ovvero il forte stress psicologico per il reato poco prima commesso.

Sul posto interveniva personale di Polizia che rilevava l’incidente identificandolo come conducente, pertanto non vi erano dubbi che il veicolo di sua proprietà fosse da lui condotto. Altro particolare raccolto dalla Squadra Mobile è quello che l’autovettura di proprietà dell’indagato un guasto ad una delle luci anabbaglianti, segno distintivo del veicolo rispetto ad altri. Al termine delle brevi quanto incisive indagini, il Pubblico Ministero dott. Fornasier, valutando positivamente le fonti di prova raccolte, richiedeva al GIP ed otteneva, la misura degli arresti domiciliari a carico dell’indagato. Ieri gli uomini della Polizia di Stato si recavano presso l’abitazione del vittoriese per eseguire la misura cautelare a suo carico. L’uomo non ha opposto resistenza forse perchè consapevole del grave reato commesso. Dopo averlo condotto presso gli uffici della Squadra Mobile ed il fotosegnalmento da parte della Polizia Scientifica, gli agenti lo hanno condotto in casa senza che questi possa allontanarsi.