Marisa Giunta: “E’ tempo di una proposta seria e realista, che tratti gli italiani da persone mature”

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Cresciuta da “bocconiana”, Marisa Giunta ritorna in politica sotto il simbolo di Mario Monti.

Appena quarantenne, madre di una bimba di un anno, Marisa Giunta porta in questa competizione la sua esperienza maturata nelle istituzioni locali. Nel 1997 è stata per la prima volta candidata ed eletta in Consiglio comunale: negli anni successivi, fino al 2008, è stata capogruppo di Forza Italia e dell’Udc. È stata inserita al sesto posto nella lista “Scelta Civica” per la Camera dei Deputati, dopo la sua adesione all’associazione Italia Futura di Montezemolo.

 

Non tutti avrebbero scommesso di rivederla tornare in politica: come mai questa scelta, e come mai questa “Scelta civica”?

Non ho scelto di tornare in politica e poi ho cercato una collocazione: al contrario, ho creduto nella validità di questa proposta di governo e di conseguenza mi sono rimessa a disposizione.

La verità è che in questo momento il rifiuto per la politica a volte c’è anche in chi l’ha fatta in passato e per tanto tempo. E in effetti non si può che restare delusi rispetto al fatto che chi ha governato il nostro Paese non è stato in grado di garantirci certezze che davamo ormai per scontate (il valore del denaro, le prospettive di lavoro, il sistema sanitario…): pensiamo a cosa ci sarebbe successo – a cosa sarebbe successo alle imprese e ai risparmi delle famiglie – se l’Italia fosse andata in bancarotta.

Rispetto a tutto questo ho visto nel lavoro di Monti una proposta seria e realista, che si propone in maniera matura e che tratta gli italiani da persone mature e non da persone che vogliono ancora farsi illusioni: una proposta di questo tipo chiama in causa le persone che in maniera altrettanto seria vogliono occuparsi di rifondare il rapporto con gli elettori e il rapporto con i cittadini.

Sotto questo punto di vista le prossime elezioni possono rappresentare un “anno zero” per la politica italiana, se saremo capaci di rispondere alle aspettative dei cittadini di trovarsi in un rapporto con referenti politici affidabili.

 

Il Governo Monti tuttavia non si è reso molto simpatico agli occhi degli italiani: come spiega alla gente le ragioni per continuare a sostenerlo?

Il resto dell’offerta politica ancora oggi non tiene conto dell’emergenza democratica e sociale che c’è nel nostro Paese.

Da una parte sentiamo ancora solo storielle, barzellette e tentativi disperati di recuperare una inesistente credibilità, dopo anni passati a screditare l’Italia, ad aumentare la spesa pubblica e ricorrere ad escamotage, tra cui strumenti di tassazione (l’Imu, il redditometro, che oggi si finisce per attribuire esclusivamente a Monti: quel Governo, delegittimato sotto tutti i punti di vista, ha abbandonato il campo e poi disconosciuto tutti gli strumenti che il Governo Monti è stato costretto ad applicare in maniera brusca per tentare – come in effetti si è riusciti a fare – di arginare una situazione quasi irrecuperabile.

Dall’altra parte c’è un centrosinistra che ha perso la grande chance del rinnovamento e sta facendo scelte che erodono il consenso, piuttosto che accrescerlo.
Faccio dunque leva sugli elettori che non hanno più voglia di essere presi in giro, ma vogliono qualcuno che li tuteli. Il Governo Monti ha dimostrato di essere credibile anche nelle scelte più dure e negative: ha raggiunto l’obiettivo per cui era nato e per questo credo che meriti fiducia per realizzare la seconda parte del proprio compito, che è quella di riportare il Paese sulla strada della crescita, ora che ce ne sono i presupposti.

 

Un “salvataggio” e una “crescita” di cui ha bisogno in modo particolare la Sicilia…

Basta dare uno sguardo ai miei colleghi di lista in Sicilia – imprenditori, giovani, docenti universitari, personalità che hanno condotto battaglie civiche – per vedere che la società civile è scesa veramente in campo per le nostre emergenze. Qui, in modo particolare, sono in atto una forza centrifuga, che sta espellendo chi pensa ancora di potersi riciclare, e una forza centripeta che attira nuove persone ed energie, in grado di rifondare il rapporto tra la politica e i cittadini. Ci si era quasi dimenticati cosa fosse l’etica della politica: ora, anche se sembra scontato, è necessario ripartire da questa, dall’onestà intellettuale e dalla determinazione di chi sa cosa fare per riportare anche la Sicilia su una via di sviluppo.

 

Dopo l’esperienza di questa candidatura, come prosegue (se prosegue) il suo percorso politico?

Mi sento addosso, come tutti quelli della mia generazione, una doppia responsabilità: la nostra e quella di chi ci ha preceduto, che ci ha delusi e spogliati di prospettive.

Dunque il mio impegno proseguirà, ma nella misura in cui effettivamente i cittadini dimostreranno di avere voglia di guardare in faccia la realtà. Se gli elettori risponderanno a questo appello, io sono disponibile a lavorare ancora per la mia città, per la mia provincia, per la Sicilia.