Comprensorio

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La soppressione dei Tribunali “minori”, compreso quello di Modica che, pure, può contare su una secolare tradizione e su una struttura assolutamente all’avanguardia, costituisce senza dubbio un colpo quasi mortale al concetto di comprensorio inteso come territorio omogeneo culturalmente, socialmente e per offerta di servizi. Tutto ciò vale – in relazione alla nuova geografia giudiziaria – a livello nazionale ma, ancor di più, nel caso di Modica. La città, negli ultimi decenni, si è conquistata faticosamente un ruolo di primo piano in fatto di servizi (Giustizia, Sanità, Istruzione, Cultura) che sono diventati a rischio a causa del sempre più impalpabile potere contrattuale di una classe politica che dovrebbe rappresentare il territorio e che, una volta “razziati” suffragi elettorali con mirabolanti promesse degne dei migliori venditori di callifughi di inizio Novecento, fa orecchie da mercante alle legittime richieste di migliaia di cittadini. Alla insipienza dei rappresentanti politici corrisponde, purtroppo, anche l’impreparazione e l’inesperienza di una classe dirigente locale che annaspa tra inutili inaugurazioni, sagre paesane, concerti musicali “country”, improbabili premiazioni e pochissime iniziative di alto livello. Succede così che, mentre si fanno i dovuti onori di casa all’assessore regionale al Turismo, altre città del “decadente” comprensorio si candidano a “capitali” del turismo e della cultura; si organizzano convegni su idee e proposte per rivitalizzare il centro storico di Modica e i soldi arrivano, invece, dove ce ne sono già a iosa e servono solo per fare sfilare giocolieri e saltimbanchi nella bella Ibla; si stanziano soldi per migliorare i servizi sanitari in provincia ma non si trovano i soldi per asfaltare un indecoroso e polveroso parcheggio all’ospedale “Maggiore” di Modica; si forma una classe di 50 alunni al Liceo musicale modicano e l’unico ad indignarsi è il prefetto. E il sindaco Abbate? E la giunta comunale? E l’assessore alla Pubblica istruzione? Sembra evidente, a questo punto, il potere contrattuale uguale a “zero” della classe dirigente modicana alla quale può essere concessa una sola attenuante: quella che si concede, di solito, agli studenti che, dopo le Medie, affrontano le Superiori e hanno bisogno di ambientarsi. Gli studenti impiegano qualche settimana. Gli amministratori modicani devono sbrigarsi ad uscire da questa sorta di limbo perché, altrimenti, dopo il Tribunale, la città rischia di vedersi portare via l’ospedale, gli uffici finanziari, qualche istituto scolastico. E, allora, addio comprensorio!