Viaggio nel “grande caos” del Tribunale di Ragusa

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Quando la spending rewiew fa a pugni con la logica  e con le norme che regolano la sicurezza nei luoghi di lavoro. Succede con la riforma della geografia giudiziaria a causa della chiusura di Tribunali ospitati in locali moderni e antisismici, costruiti e realizzati con la finalità di amministrare la giustizia. Tribunali che sono stati eliminati con tagli lineari decisi sulla carta e che, in molti casi, danno vita a dei veri e propri paradossi. Succede al Tribunale di Ragusa (istituito nel 1926, immobile non antisismico) che ha accorpato quello di Modica (data di istituzione 1361, ospitato in un edificio antisismico di 8.800 metri quadrati, inaugurato nel 2004 e costato al Ministero più di dieci milioni di euro) e la sezione staccata di Vittoria (locali, anche questi, moderni, efficienti e antisismici). La sede accorpante rischia di diventare “fuori legge” per la mancanza dei requisiti di sicurezza. E l’Ordine degli avvocati di Modica, puntando proprio su questo fondamentale aspetto, ha presentato un esposto al capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, (ma, anche, alla Procura di Ragusa e alla Prefettura) elencando tutte le violazioni alle norme di sicurezza riscontrabili nel Palazzo di giustizia di Ragusa:  mancato adeguamento antisismico; vie di fuga praticamente inesistenti (i corridoi e le scale sono occupati da armadi e schedari provenienti da Modica e Vittoria); modifiche interne per realizzare nuove stanze destinate ad ospitare un centinaio di dipendenti provenienti dalle sedi cancellate. Le conseguenze pratiche, dal 13 settembre scorso – data di entrata in vigore della riforma – sono, giornalmente, sotto gli occhi di tutti. Addetti ai lavori, per primi. Ma non solo. Disagi per l’utenza, faldoni accatastati nei corridoi e alla mercè di chiunque voglia curiosare, norme di sicurezza disattese, processi rinviati  (37 nel primo giorno di effettivo accorpamento), dipendenti costretti a lavorare in condizioni precarie in uffici realizzati con pareti in cartongesso. Come ovviare ad una situazione logistica drammatica? Due le strade percorribili. Una è quella caldeggiata dal sindaco di Ragusa, il Grillino Federico Piccitto, e avallata dal presidente del Tribunale di Ragusa, Giuseppe Tamburini: il Comune ragusano mette a disposizione nuovi locali che sono, però, da rendere idonei ad ospitare gli uffici giudiziari di Modica e Vittoria. Ulteriori spese (la previsione è di circa un milione di euro l’anno) contro la filosofia del risparmio della spending rewiew e contro la norma della “invarianza” contenuta nei decreti legislativi 155 e 156 del 2012: l’accorpamento, cioè, non deve comportare un aggravio di costi.

L’altra soluzione è quella contenuta nella proposta modicana (alla quale si è opposto l’Ordine forense di Ragusa) e portata all’attenzione del Tar di Catania: utilizzazione del Palagiustizia di Modica, senza ulteriore impiego di denaro pubblico, per la trattazione delle cause civili di tutta la provincia o, in subordine, del comprensorio di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo. Il Tar, per il momento, ha detto “no” rinviando una decisione su questa soluzione ad una “eventuale nuova valutazione della situazione esistente, tenendo conto anche delle necessarie verifiche delle Autorità responsabili ai sensi della vigente normativa in tema di sicurezza pubblica e sui luoghi di lavoro”. Se queste verifiche saranno effettuate (e non c’è da dubitarne, a meno che non si voglia incorrere in qualche omissione) l’immobile che ospita il Tribunale di Ragusa potrebbe essere dichiarato fuori legge. Così come potrebbero essere dichiarati fuori legge altri immobili che hanno assorbito gli uffici di Tribunali “minori” tagliati dalla riforma ma in regola con le norme di sicurezza. Ma questa è un’altra storia.