La Banda e le “note” della polemica, Buscema e Cavallino contro Abbate

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“90 mila euro sono troppi”. Nonostante le spiegazioni che, da Palazzo San Domenico, sono arrivate per bocca dell’avvocato Miriam Dell’Ali, non sembrano davvero esserci motivazioni sufficienti a giustificare un impegno di soldi pubblici di questa portata per la Banda Musicale di Modica e il dibattito sulla questione sembra destinato a non sopirsi.

L’ex sindaco Antonello Buscema ci mette poco a smentire l’ufficio legale del Comune: “L’avvocato dell’Ali ha detto che l’unica differenza con il passato è che, mentre prima le somme venivano stanziate di volta in volta, adesso si è deciso di fare un unico pacchetto: uno stanziamento da 90 mila anziché, per esempio, 90 stanziamenti da mille. Peccato che noi, negli anni passati, 90 stanziamenti da mille non ci siamo mai sognati di farli”.

La delibera del Comune prevede di impegnare ben 36 mila euro l’anno per il 2014 e il 2015, più 18 mila per coprire la seconda metà del 2013, da quando cioè ha avuto inizio l’amministrazione Abbate, per assicurarsi la presenza della banda per tutti gli eventi religiosi e civili che si svolgono in città. Numeri molto distanti da quelli impegnati dalla precedente Amministrazione: “Dell’accordo transattivo che è stato ora stipulato con la banda, per un importo di 43.947 euro – ci tiene a precisare Buscema – solo 14.600 riguardano gli anni della nostra Amministrazione, mentre tutti gli altri si riferiscono ad anni precedenti. Nel corso del nostro mandato, andando a memoria, non abbiamo speso più di 40 mila euro: ma in cinque anni, non in un anno solo!”.

Buscema infine, ricordando che pur di rinunciare alle spese non obbligatorie il Comune quest’anno non ha potuto contribuire in alcun modo, nemmeno per eventi di rilievo come la Madonna Vasa Vasa, coglie l’occasione per ribadire un allarme: “Il fatto che un contributo così ingente sia stato motivato con il valore culturale delle attività svolte dall’associazione in questione, è fuorviante: di certo ci sono molte realtà in città che svolgono un ruolo fondamentale per la cultura e di certo non è stato per mancanza di volontà che noi non abbiamo potuto sostenerle. Probabilmente tutte meriterebbero aiuti per decine, centinaia di migliaia di euro, se si potesse. Il fatto è che non si può, nelle condizioni finanziarie del Comune: il pericolo è evidente”.

 

Nella questione interviene anche il consigliere comunale Tato Cavallino: “Quel tanto sofferto piano di riequilibrio approvato il 31 dicembre 2012 che ha salvato l’ente dal dissesto finanziario parla chiaro: le spese ammesse devono essere solo quelle obbligatorie e l’amministrazione precedente ha lavorato come le formiche per evitare il disastro economico; oggi però siamo costretti ad assistere  all’azione di un sindaco che fa spendi e spandi e che gestisce l’ente come un’azienda privata di cui lui stesso è l’unico ed indiscutibile proprietario senza concertazione alcuna con nessuno. Questo stato di cose preoccupa non solo da consigliere comunale ma da semplice cittadino, è certo che questa politica non sarà a lungo respiro ed è una strada attraverso la quale riemergeranno i problemi più gravi a livello economico finanziario.  Non ci si può permettere di agire in questo modo per giunta senza strumenti in mano, mi riferisco al bilancio di previsione ancora da approvare e certamente da rifare. Dagli ultimi dati messi a disposizione dalla Ragioneria dello Stato si evince chiaramente che le previsioni di entrata devono essere subito corrette con una riduzione di circa 4 milioni di euro”.