Troppo caldo: a rischio le produzioni agricole siciliane

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Un caldo anomalo che conferma in modo preoccupante l’aumento delle temperature negli ultimi anni. Gli autunni più caldi del dopoguerra sono infatti concentrati tra il 1987 ed il 2014. Situazione che dalla Sicilia rimbalza a livello globale, come testimonia il Rapporto clima dell’Onu, direttamente collegato agli allarmi sulle mancate riduzione delle emissioni che da anni continuano a rimanere pressoché inascoltati.

Tornando all’isola siciliana, le statistiche certificano come l’autunno 2014 sia il più mite degli ultimi duecento anni, con conseguenze direttamente misurabili sulle produzioni agricole, a rischio sia per le anomale condizioni termiche che per la siccità, intervallata da violenti acquazzoni la cui pioggia non riesce ad essere assorbita dai terreni troppo secchi e quindi quasi impermeabili, ma scivola creando solamente torrenti di fango.
Attualmente siamo a circa 4-5 gradi sopra la media del periodo, ma nei giorni passati si sono misurati anche 7-8 gradi in più.

E se anche nell’ultimo fine settimana ciò ha portato molte persone nuovamente al mare in maniche corte, certamente con meno spensieratezza è stato accolto dagli agricoltori, come sottolinea anche Coldiretti,  che devono far fronte a circostanze sempre più preoccupanti, ad iniziare dalla scelta del periodo di semina del grano. Si prevedono problemi simili per il frumento e tutti i seminativi, come per il foraggio che sarà molto scarso con un danno soprattutto per gli allevamenti. Allarme anche per gli agrumi che hanno bisogno del freddo di dicembre sia per assumere la loro colorazione che per portare a temine la maturazione. Un rischio che in generale corrono tutti gli alberi da frutto che hanno bisogno di temperature più basse per fare in modo che le gemme fioriscano, come pesche, albicocche, susine pere e mele.