Se non fosse per Salvo…

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spiagge rg- laura incremona

Non è un caso se durante i mesi estivi in particolare, impazzano sui social e si vedono realmente, centinaia di turisti che si fanno i selfy davanti alla casa di Montalbano. Un po’ come quando si andava in gita scolastica, e mentre i professori si cimentavano in dettagliate descrizioni sulla piazza di Bologna, si andava tutti sotto casa di Lucio Dalla a fare le foto, nella speranza che all’improvviso uscisse lui. Quindi al netto di tutto, la provincia di Ragusa è famosa nel mondo perché è la patria di Salvo Montalbano. Un’operazione di marketing territoriale che in fondo fa comodo a tutti. Senza sforzi, senza sinergie e senza una cabina di regia i turisti sempre e comunque, vengono a visitare i luoghi del più famoso commissario della storia. Ma va bene così. Alla fine poco importa il motivo, importa solo che i turisti vengano.

Tutto qui? E no, troppo semplice. Parliamo anche di quel target di turismo che sa apprezzare  altro. Le città, i monumenti, i musei, le chiese, l’architettura , il mare e la buona cucina. In questo caso purtroppo Montalbano non aiuta molto. Ho avuto la possibilità proprio durante questa stagione estiva, di incontrare e familiarizzare con alcuni turisti, poco importa di che nazionalità.

La prima cosa che hanno lamentato, sono stati i costi troppo elevati nella ristorazione. Due pizze e una bottiglia di vino discreto, 37 euro. No comment. Spiagge sporche all’invero simile, disseminate di cicche di sigarette, lattine di bevande, tovagliolini di carta sepolti nella sabbia per non farli volare, alghe stagnanti. Su questo dovremmo scrivere un capitolo a parte perché alcuni amministratori locali hanno provveduto alla pulizia degli arenili più frequentati, lasciando tutto il resto in uno stato pietoso. Però in compenso, tra le alghe fetide e stagnanti, tra erbacce mai scerbate, escrementi di cane, zanzare e “scorsoni”, hanno messo le docce nuove di zecca. Altri invece, appena scattato il 31 agosto, hanno tolto docce e passerelle d’accesso alle spiagge. Ma questa è tutta un’altra storia.

Ma, meraviglia delle meraviglie, hanno trovato qualcosa di cui nessuno vuole prendersi la responsabilità : l’acqua del mare sporca. Scie di liquami maleodoranti hanno contrassegnato il litorale ibleo che va da Marina di Ragusa alla spiaggia dei “Macconi”. Altro che bandierina blu!  Ma sorvoliamo anche su questo. Le bancarelle sui marciapiedi e i pedoni per strada. Ne vogliamo parlare? Servizi igienici chiusi, viabilità interne alle frazioni balneari dove nemmeno un navigatore satellitare riuscirebbe ad orientarsi. E passiamo all’entroterra. Chiese chiuse, monumenti e musei chiusi durante il picco, negozi chiusi nella fascia pomeridiana, collegamenti tra comuni del tutto inesistenti. Potremmo continuare ma è meglio fermarsi e porsi una domanda: bastano Montalbano, il porto turistico di Marina di Ragusa tra i migliori del meridione, l’aeroporto di Comiso, i paesaggi e la cultura a fidelizzare e fare aumentare il flusso turistico in questa provincia che potrebbe fruttare almeno 10 mesi l’anno?