Fronte unito a difesa delle carni iblee: “E’ un attacco politico alla categoria”

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Carni locali

Gli allevatori ragusani insorgono contro quello che definiscono un “attacco politico” alla categoria, mascherato dall’allarmistico annuncio dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità). Un mercato, quello ragusano, il cui intero indotto coinvolge 12 mila lavoratori e che produce il 70 percento della carne macellata siciliana.

Stamane, presso la sede locale della Coldiretti, associazioni di categoria, imprenditori zootecnici e tecnici del settore hanno fatto fronte comune contro “un annuncio deviante – come ha sottolineato il dottor Salvatore Baglieri, direttore del servizio veterinario dell’Asp iblea – perché non corredato dai dati necessari a comprovare la scientificità di certe affermazioni”.

Nel corso dell’incontro è stato evidenziato come l’allarme Oms sia stato lanciato non contro la carne rossa, per intenderci la fettina di vitello oppure il filetto di maiale, bensì contro l’uso indiscriminato di carni rosse trasformate senza certificazioni. Ed anche su questo hanno fatto un distinguo: salumi e salsicce sono alimenti che, se prodotti nel Ragusano e più in generale in Italia, vantano un costante controllo.

Gli allevatori iblei intendono sottolineare che  la “guerra salutista” condotta a livello globale è contro quegli alimenti sconosciuti alla dieta mediterranea e che, se continuano a riempire gli scaffali degli ipermercati avvolti in sempre più colorate confezioni (spesso a stelle e strisce), fortunatamente sempre meno arrivano sulle tavole delle ben informate famiglie ragusane.

Tanto che, lo conferma l’Asp numeri alla mano per quanto riguarda le macellazioni, L’auspicio degli allevatori è quello che i consumatori non “abbocchino” nemmeno questa volta e che piuttosto, come sempre viene sottolineato dalle associazioni di categoria e dalla Coldiretti, facciano sempre più attenzione alle etichette a corredo dei prodotti da comprare. Alimenti che, nella provincia di Ragusa, rivendicano altissima qualità (a garanzia anche della loro salubrità) rispetto a quelli di dubbia provenienza, addizionati di conservati e aromi quasi sempre dai nomi impronunciabili.