I cinque, dai venti ai 29 anni d’età, di Vittoria, Comiso e Gela avrebbero fatto parte di una banda, ben organizzata, specializzata nella commissione di furti a danno di cantieri edili, pubblici e privati, e di istituti scolastici.
L’attività investigativa, iniziata a gennaio 2015 si è parzialmente conclusa oggi con la loro cattura. I reati contestati sono furto aggravato in concorso e ricettazione.
L’operazione, convenzionalmente denominata “Predator”, proprio per la caratteristica tipica dei componenti del gruppo di razziare i beni altrui, ripetutamente, con violenza e senza alcuno scrupolo, oggetti di pubblica utilità, conclude un’attività investigativa che ha visto impegnati la Procura di Ragusa e i Carabinieri.
Oltre ai cinque, sono state anche denunciate ben 10 persone per ricettazione in concorso.
Gli investigatori sono riusciti anche a recuperare la quasi totalità della refurtiva, tra moderna attrezzatura informatica e tecnologica (computer fissi e portatili con le relative custodie, videoproiettori, cavi e monitor utilizzati dagli studenti per le lezioni multimediali in aula), e da utensili e materiale vario per l’edilizia (trapani, seghe, attrezzi vari, piastrelle, cemento, colla per un valore complessivo di oltre 50 mila euro.
Oggetti rivenduti ad acquirenti senza scrupoli, che talvolta hanno addirittura commissionato i furti.
Nel corso delle indagini si è appurato che la base logistica del sodalizio era ad Acate, nelle abitazioni degli arrestati, e in case rurali abbandonate ove veniva custodita la merce rubata in attesa di essere smerciata.
I colpi messi a segno dalla banda accertati sinora sono 12.
Singolare il linguaggio utilizzato tra i membri del sodalizio per indicare la merce trafugata che veniva indicata con i termini: “caffè”, “pizza” o “bottiglia”.
La quasi totalità della refurtiva è già stata restituita agli aventi diritto e, con particolare riferimento all’attrezzatura scolastica, grazie la celerità delle indagini e dei contestuali riscontri, si è riusciti a limitare un grave danno, non solo economico, ma soprattutto legato all’impossibilità per studenti e insegnanti di svolgere al meglio le attività scolastiche, proprio per la mancanza dei moderni ausili tecnologici.
Sono in corso ancora tutta una serie di indagini dirette ad individuare altri complici ed eventuali basisti del sodalizio criminoso che con le loro azioni criminali avevano creato un vero allarme sociale in tutta la zona ipparina. Non si escludono ulteriori sviluppi.