Parla Licio Marchese: “Il racket vuole alzare il tiro, ma il vero problema è l’economia”

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Intervista a Licio Marchese

A distanza di sei mesi, ancora un gravissimo episodio e la paura che ritorna, in una notte qualunque tra il sabato e la domenica.

Era giugno quando un rapinatore solitario si intrufolava nella villa di Licio Marchese, imprenditore di Vittoria, e, al ritorno della famiglia a casa, non esitava a rinchiudere in un canile una madre con i suoi due figli e a sparare 4 colpi a Marchese, andati tutti a segno. Due ai piedi, uno all’ulna e l’ultimo al fianco. La traiettoria di quest’ultimo proiettile, secondo il commerciante che all’inizio di dicembre è diventato presidente dell’Ascom di Vittoria, è stato deviato da qualche mano superiore, perché ha attraversato la schiena senza toccare alcun organo vitale né ledere la spina dorsale.

Oggi Licio Marchese ha ancora problemi al braccio destro, dato che l’ulna è andata distrutta, e difficilmente l’arto guarirà al 100%. “So che le indagini vanno avanti – afferma – ma ci sono molte anomalie. Quasi certamente è una persona che conosce bene me, la casa, l’azienda e i nostri movimenti”.

In quella villa di c.da Torrevecchia, dentro la riserva del pino d’aleppo, Marchese vive da 12 anni. E’ una zona isolata, ma è sempre stata tranquilla. “Fino a giugno dormivamo quasi con le porte aperte – ricorda – e quella rapina da film ha rotto gli equilibri in modo pesante, lasciando ferite psicologiche notevoli che gli episodi dello scorso week end hanno riaperto con violenza”.

Ed eccolo, allora, il suo racconto di quanto accaduto nella notte tra il 19 e il 20 dicembre nella sua azienda di ortofrutta ‘This is’, che sorge a pochi metri dall’abitazione. “Verso l’1.30 ho sentito abbaiare i cani in modo insistente, mi sono insospettito e sono uscito per controllare. Appena mi hanno visto si sono messi a correre verso la rimessa, e li ho seguiti in auto. Quando sono arrivato, il camion era in fiamme e quasi distrutto. Sapevo che non poteva essere stato un corto circuito perché all’interno dei mezzi non teniamo né la batteria né il gasolio, per evitare che li rubino. Ho chiamato i soccorsi, sono arrivati polizia e vigili del fuoco, è stata sporta denuncia e sono andati via verso le 4”.

Fin qui il primo episodio, ma quella lunga notte non era ancora finita. “Intorno alle 7 sono uscito per andare a lavoro. Di norma, i cani la mattina mi seguono e devo quasi cacciarli per evitare che finiscano in strada, ma quella mattina non c’erano. Così sono andato a cercarli e li ho trovati di nuovo nell’area della rimessa, dove le fiamme stavano divorando le due auto. Polizia e vigili del fuoco quasi hanno stentato a credere alla mia seconda telefonata”.

Tutti e tre i mezzi andati distrutti non erano assicurati e i danni si aggirano sui 10.000 euro. Il sistema di videosorveglianza c’è, ma stranamente tre giorni prima si era verificato un guasto. “Eravamo riusciti a ripristinare, nella mattina di sabato, solo le telecamere che danno sulla casa, le altre erano fuori uso – spiega – e anche a giugno era accaduto qualcosa di simile. Adesso la paura c’è ed è tanta, soprattutto per la mia famiglia. I sopralluoghi della polizia proseguono, ma non ho idea di chi possa avercela tanto con noi, perché siamo nel settore del commercio da anni e non era mai successo nulla”.

Fin qui il racconto dell’uomo Licio Marchese. Ma Marchese è, come detto, anche il nuovo presidente dell’Ascom di Vittoria. Inevitabile, dunque, a fine anno e ad inizio mandato, parlare di bilanci e programmi.

Vittoria, dal punto di vista del commercio, sta vivendo un momento pesante e rinnovando le cariche abbiamo voluto creare un gruppo molto giovane e volitivo, unito e propositivo. E’ vero, c’è in giro la paura dovuta alla sensazione che il racket voglia alzare il tiro, ma il problema più grande è l’economia in condizioni disastrose e la politica ci deve ascoltare perché siamo la seconda forza dopo l’agricoltura. Tra qualche mese avremo le amministrative, quindi stileremo la nostra piattaforma rivendicativa da destinare a tutti i candidati sindaco, ma paradossalmente non sarà molto diversa da quella di 5 o 10 anni fa, perché si è fatto poco o nulla”.

Qualcosa, però, in questo Natale 2015, è cambiato. “Sebbene i vertici siano stati rinnovati da poco, in pochi giorni siamo riusciti a mettere su un bel programma di iniziative grazie alla sinergia pubblico – privato tra noi dell’Ascom e l’Emaia. Ci siamo seduti ad un tavolo con Salvatore Tolomeo, riavviando un dialogo perso da tempo, e i risultati ci stanno dando ragione. Via Cavour, in questi giorni di festa, è stata ed è una bolgia e siamo riusciti ad animarla per intero, da San Giovanni fino a via Firenze. E’ un centro commerciale naturale lungo un km e mezzo che ci invidiano tutti, ma non è mai stato sfruttato al meglio delle sue potenzialità. Ripartiamo da qui e auguriamoci che l’anno nuovo in arrivo possa essere migliore e più sereno”.