Dramma della solitudine, ha 22mila euro in casa ma finisce in ospedale denutrita

7
Immagine di repertorio

Su richiesta di intervento dell’Ufficio Servizi Sociali, nella giornata di ieri la Polizia Locale, nell’ambito dell’attività di istituto, ha accertato che una persona anziana di 83 anni, priva di familiari che si trova ricoverata nel nosocomio della città a seguito dello stato di denutrizione, si trovava in uno stato di forte disagio sociale.

Nell’ambito della predetta attività è stato accertato che nell’abitazione della persona anziana è stata rinvenuta la somma di euro 22.411,00, nonché numerosi beni di valore.

Compiacimenti sono stati espressi dal Vice sindaco con delega alla Polizia Locale Massimo Iannucci per l’attività svolta a favore delle fasce deboli della popolazione da parte della Polizia Locale.

A proposito del “dramma della solitudine”… La nota dell’assessore Gianluca Leggio: 

“Nonostante l’anziana sia priva di familiari, come è stato correttamente scritto, è proprio grazie all’affetto e alla sollecitudine dei vicini di casa, che hanno segnalato il pericolo ai Servizi Sociali, che la signora è stata soccorsa in tempo e può, adesso, essere adeguatamente curata e tutelata.
Interventi come questo non sono episodi isolati, ma il lavoro quotidiano dei nostri Assistenti Sociali, che si preoccupano di raccogliere le varie segnalazioni e richieste di aiuto e che intervengono con tempestività e professionalità per fornire risposte il più possibile adeguate ai vari bisogni e problematiche riscontrate, agendo in costante collaborazione con gli altri Uffici comunali, le forze di polizia, i servizi sanitari, il volontariato ed il tessuto sociale, gli organismi del terzo settore. E questo, anche in un periodo, come è quello attuale, di crisi del welfare e di contrazione generalizzata della spesa sociale che i Comuni subiscono ormai da anni.
Questo impegnativo ed a volte rischioso lavoro rifugge dal clamore mediatico e da qualsiasi forma di ostentazione, in ragione del rispetto delle varie persone che beneficiano del lavoro degli assistenti sociali e del rischio, purtroppo presente nella società attuale, di strumentalizzare le difficoltà delle fasce di popolazione più deboli per fini non sempre utili alla rimozione delle difficoltà stesse e al miglioramento delle loro condizioni di vita”.