L’incerto credere della società plurale

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Religione e società nella Diocesi di Ragusa è il campo e l’oggetto della ricerca sociologica confluita in un libro che verrà presentato martedì 9 gennaio alle ore 17.30 presso l’auditorium della Camera di Commercio di Ragusa. Un appuntamento imperdibile non solo per chi vuole conoscere le caratteristiche della religione e della fede che si vive nelle nostre comunità, ma per chiunque vuole conoscere in profondità la società civile e politica ragusana.

Lo studio è stato promosso dalla Diocesi di Ragusa, su proposta della Consulta delle Aggregazioni Laicali, ed affidato a Vincenzo Bova, docente di sociologia delle religioni, e a Daniela Turco, ricercatrice dell’Università della Calabria nel Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, di cui è direttore il ragusano Francesco Raniolo, che insieme al prof. Enzo Pace, presidente dell’International Society for the Sociology of Religion e a Giorgio Massari, già docente della Lumsa ed attualmente docente dell’Unipegaso, hanno collaborato alla stesura del rapporto di ricerca. Oltre a chi ha realizzato la ricerca e il libro, interverrà il Vescovo Mons. Carmelo Cuttitta.

La ricerca nasce dall’esigenza della chiesa ragusana di dotarsi di strumenti oggettivi di analisi e lettura delle caratteristiche della religiosità contemporanea, delle ragioni del credere, dell’immagine di Dio e della chiesa, dei cambiamenti del modo di vivere la fede, del rapporto tra valori professati e valori praticati, del rapporto tra appartenenza e credenza, delle ricadute sul piano personale, sociale e politico del fatto religioso.

Questa ricerca, insieme a quella che la diocesi ha affidato al Censis sulle marginalità sociali nella chiesa locale, si colloca nel percorso indicato da Papa Francesco nella Evangeli Gaudium, quando afferma la necessità di una nuova evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l’ambiente e che susciti i valori fondamentali. La ricerca da conto del relazionarsi degli uomini e delle donne ragusane con Dio nel tempo della tarda modernità. Una evangelizzazione incarnata nel mondo reale è possibile se do questo mondo concreto se ne conoscono le coordinate. Per questo i primi ad essere interpellati ad approfondire gli elementi e le indicazioni offerti dalla ricerca sono i sacerdoti, i catechisti, gli insegnanti, i responsabili delle parrocchie e dei movimenti ecclesiali.

Ma studiare la religiosità in una comunità del Sud Italia, vuol dire porre domande, ascoltare risposte, proporre ipotesi interpretative che superano l’ambito meramente religioso per diventare strumento per tentare di capire come vive, come si orienta una comunità in transizione.

La ricerca dà conto di come si vive la religione in un contesto sociale ed antropologico che condivide in larga scala (86,3 %) l’appartenenza alla religione cattolica, ma che non condivide con altrettanta larghezza il credere (57% crede in Dio senza alcun dubbio), evidenziando che la credenza non è immediata conseguenza dell’appartenenza. Ma ci mostra anche un cerchio molto ridimensionato relativo alla partecipazione attiva alla vita della parrocchia tramite gruppi ed associazioni che non coinvolge più di un 15% del campione.

Rilevante tutto quello che la ricerca ci mostra dell’universo giovanile, attento ed interessato più al fatto spirituale che a quello religioso, che per percentuali significative potrebbe esprimere una religiosità staccata dalle visioni istituzionali e più orientata ad una ricerca di senso più intima e personale. Un universo giovanile , quello della diocesi di Ragusa, in cui gli articoli della fede si fanno più incerti e le certezze della tradizione cattolica sembrano entrare in crisi.

La maggioranza relativa del campione (33,5%) si riconosce senza riserve nella chiesa cattolica, ma meno uno su dieci dei giovani rientra in questa categoria, mentre essi si collocano nella percentuale più alta che identifica la religiosità “fai da te”, nel self service religioso.

Fondamentale il capitolo sulla socializzazione religiosa e sulla relazione con la Chiesa Cattolica, che continua a riscuotere un alto grado di fiducia; viene vista come dispensatrice di valori importanti per le persone e per la società, rispondente al bisogno di una cornice di valori ed orientamenti sia in campo spirituale che sociali, magari da disattendere nella libertà delle scelte concrete di vita.

Non è possibile dare conto nel breve spazio di un articolo della ricca poliedricità della ricerca che a distanza di 70 anni dalla ricerca “Ragusa comunità in transizione”, ci rende ora un’immagine nitida, oggettiva e non scontata di una comunità che si autorappresenta nella continuità, nonostante i cambiamenti e il passaggio delle generazioni. Non ci resta che rimandare alla presentazione che i curatori faranno della ricerca e al libro “L’incerto credere della società plurale”, edito dalla casa editrice “ Periferie”, che la racconta.