La vicenda Trigona arriva in Prefettura, e nasce una Onlus per le vittime di aste

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Quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo”.

Questo è quello che recita l’art. 164 bis del codice di procedura penale in materia di esecuzioni di aste immobiliari. Uno dei punti centrali del problema della macelleria sociale che sta mettendo in ginocchio la provincia di Ragusa (Vittoria, con circa 1600 aste giudiziarie in corso, è la città più massacrata) sta tutto qui. Poche righe che, fino a questo momento, sono state applicate dai giudici, sul territorio nazionale, in maniera arbitraria, in quanto di libera interpretazione. Quello che i movimenti che si battono contro le aste e per la tutela della prima casa chiedono è che si apportino delle modifiche ben precise, inserendo dei paletti in modo che se il prezzo dell’immobile in vendita scende sotto il 50% il procedimento si blocchi.

E’ quanto è stato ribadito anche ieri mattina in Prefettura a Ragusa, nel corso dell’incontro chiesto dal Sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, per portare all’attenzione del rappresentante del Governo, Maria Carmela Librizzi, la grave vicenda della famiglia Trigona – Genovesi, sfrattata dalla sua unica casa e da nove giorni “sistemata” in un appartamento che Comune e Chiesa Valdese hanno messo a disposizione in via Roma. All’incontro ha preso parte anche il Questore, Salvatore La Rosa, date le modalità “discutibili” con le quali la famiglia è stata messa fuori dalla porta.

E’ stato solo rispettato il protocollo” è stato ribadito, ma il Movimento Riscatto, il Comitato No Aste, Altragricoltura e Donne per l’agricoltura sono concordi nel voler andare nella loro battaglia legale e morale, arrivando fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. “Per sfrattare una famiglia onesta all’alba, mentre dorme, arriva quasi l’esercito, per l’emergenza criminalità non c’è nessuno – afferma un amareggiato Maurizio Ciaculli, presidente di Riscatto – e ciò dimostra che tutte le istituzioni sono lontane anni luce dalla gente. Sono 9 giorni che la famiglia Trigona è abbandonata al suo destino. Per fortuna, la città ha mostrato di essere solidale, portando vestiti e beni di prima necessità, ma devono almeno poter rientrare a casa per prendere l’indispensabile. E’ il delegato alla vendita che deve autorizzare e attendiamo oggi una risposta, anche se pensiamo si stia profilando un abuso di potere”.

L’incontro di ieri è servito per mettere sul tavolo vari problemi: il prezzo vile, la speculazione, le infiltrazioni nel sistema delle aste e il riciclaggio. “Anche il Prefetto – continua Ciaculli – ha confermato che il problema è nella legge 164 bis, che va cambiata. Ci ha garantito di essersi già fatta portavoce dell’emergenza e delle nostre richieste a Roma, ma di non avere ancora alcuna risposta da darci. Attendiamo la data del 22 febbraio, quando è in programma la convocazione tra le parti per il caso Trigona, anche se vorremmo cercare di capire un po’ prima che intenzioni abbia l’acquirente, se è disponibile ad aprire alle ipotesi dell’affitto della casa o a fargliela riscattare in qualche modo”.

I Trigona – Genovesi non potranno rimanere nell’appartamento di via Roma per più di 2/3 mesi, e, come detto, solo a Vittoria ci sono circa 1600 aste giudiziarie in corso. Dove andranno tutte queste persone se e quando perderanno case e aziende? “E’ chiaro che si profila un’emergenza sociale enorme, per questo – fa sapere Ciaculli – ieri sera è nata la onlus “Vittime aste e prezzo vile”, fondata da Riscatto e No Aste con l’aiuto di alcuni professionisti. Se lo stato non ci ascolta, con la solidarietà ci aiuteremo tra di noi e cercheremo noi stessi di riacquistare le nostre case. Essendo una onlus, ad esempio, potremmo contare sul 5×1000”.

Tra i fondatori c’è anche Fabrizio Licitra, che, nei giorni scorsi, attraverso un post su Facebook, ha lanciato un’idea: “Non so di preciso quanti abitanti siamo a Vittoria (circa 60.000). Basterebbe 1€ a testa per ridare la dignità a questa famiglia e chiedere a chi l’ha acquistata di restituire la casa alla famiglia”. Una colletta, insomma, per affrontare l’emergenza, mentre la nuova associazione si organizza per perfezionare la sua istituzione e aprire un conto corrente.