Papa Francesco, Don Corrado, padre Salonia: quei testimoni della vera speranza della Chiesa

3722

“Scusate se ho usato toni forti, ma è così che mi piace parlare”, si è dovuto scusare Papa Francesco al termine del suo discorso al clero siciliano, sabato scorso a Palermo. E in effetti non le ha mandate a dire, contro le calunnie, le rivalità, le invidie, l’arrivismo all’interno della Chiesa. 

Non è la prima volta, certo, che Francesco tira le orecchie a sacerdoti e vescovi, ma dal pulpito della Cattedrale di Palermo il suo sermone sin troppo schietto ha assunto un valore ancor più chiaro e categorico.

Il suo arrivo nel capoluogo siciliano per venticinquesimo anniversario della morte di Don Pino Puglisi, infatti, è stato anche l’occasione per sostenere con la presenza l’opera di Don Corrado Lorefice, l’Arcivescovo che tre anni fa nominò sbaragliando tutte le aspettative – o forse si dovrebbe dire le ambizioni – di larghe schiere di gerarchie ecclesiastiche e che pur non mancando mai di tenere il punto, con la serenità interiore e la forza d’animo che lo contraddistinguono, non si può dire che non abbia dovuto fronteggiare una certa controffensiva, e da più fronti. Non è certo un mistero, infatti, che quell’arrivismo e quei giochi di potere che Francesco tanto spesso è costretto a condannare pubblicamente, con trasparenza e determinazione, appartengano proprio a quelle aristocrazie clericali che altrettanto ostinatamente gli si contrappongono. 

La Diocesi di Palermo è stata tra quelle che più hanno sofferto le insidie degli intrighi vaticani pronti a mettersi in moto di fronte alle nomine “sgradite”, com’è avvenuto non solo con lo stesso Lorefice, ma ancor di più – come tutti ricorderanno – con colui che era stato indicato come suo Vescovo ausiliare, padre Giovanni Salonia, poi determinatosi alla rinuncia a seguito del tentativo di scatenare una vera e propria macchina del fango nei suoi confronti, sebbene poi prontamente e puntualmente smontata in ogni sua manovra.

Rinuncia che Papa Francesco non ha finora mai ufficialmente accettato, mentre molte iniziative si sono succedute (a livello personale e anche istituzionale), con l’obiettivo di spingerlo a riconsiderarla, come atto di giustizia e verità nei confronti di padre Salonia. 

E la visita del Santo Padre a Palermo non era certo un’occasione che si potesse sprecare, per rimarcare la linea di trincea su cui Papa Francesco e Don Corrado Lorefice operano insieme nella direzione di un profondo rinnovamento della Chiesa. Così se Don Corrado ha scelto un suo modo per ribadire la fiducia in Padre Salonia, citandolo in occasione del suo saluto al Foro Italico in un passaggio sull’Eucaristia, “la vera esperienza relazionale che forma e trasforma nello Spirito i legami affettivi” (da Odós. La Via della vita. Genesi e guarigione dei legami fraterni), il Papa ha fatto anche di più, scegliendo di incontrare Salonia per primo e in privato, tra gli ammessi al saluto personale nella sagrestia della Cattedrale. 

Un gesto semplice, ma pieno di significato, che nel giorno della commemorazione di Don Puglisi, lega fortemente questi tre “testimoni di speranza”, nell’accezione che il Papa stesso sabato ha indicato a tutto il clero, come augurio e soprattutto come compito.