Ennesimo incidente in via Cartia. “Servono misure di prevenzione stradale”

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Incidente di qualche sera fa in via Cartia

“La situazione sta rischiando di sfuggire di mano. Ce ne eravamo già occupati qualche settimana addietro, sollecitando un intervento specifico, ma dopo quanto accaduto ieri sera ritengo sia opportuno tornare a battere ancora sullo stesso tasto. E’ indispensabile, il prima possibile, realizzare una misura di prevenzione stradale all’incrocio tra via Cartia, via Magna Grecia e via prof. Cintolo, in zona Selvaggio. Gli incidenti continuano a ripetersi senza un istante di tregua. E non dobbiamo aspettare che ci scappi il morto prima di intervenire, sarebbe imperdonabile a fronte delle numerose sollecitazioni inoltrate a palazzo dell’Aquila”. A dirlo è il consigliere comunale Mario D’Asta con riferimento all’ennesimo sinistro che stava rischiando di costare caro. Il caso era già stato al centro di una interrogazione firmata dallo stesso D’Asta nei giorni scorsi e che approderà a breve in Consiglio comunale. “Anche stavolta, per fortuna – continua D’Asta – non ci sono state conseguenze eccessivamente gravi, sebbene i feriti siano stati trasportati in ospedale. Ma è ovvio che non possiamo sfidare continuamente la fortuna. Da via Cartia, purtroppo, le auto transitano a velocità elevata. E per chi cerca di immettersi sulla suddetta carreggiata arrivando da via Cintolo o da via Magna Grecia è davvero un rischio notevole. Gli scontri che si verificano sono ormai al limite. E nell’ultimo mese ci sono stati qualcosa come quattro-cinque incidenti, un numero che rende necessario pianificare l’adozione di una contromisura. Che potrebbe essere quella dei dissuasori di velocità oppure della realizzazione di una rotatoria o, ancora, di altri limitatori che impediscano di percorrere via Cartia ad alta velocità. Qualche soluzione, insomma, occorrerà individuarla e su tale necessità chiediamo riscontri all’amministrazione comunale affinché si adoperi e si attivi per dare risposte a tutti i cittadini che da tempo si stanno interrogando sulla necessità di intervenire il prima possibile; prima, per l’appunto, che ci scappi il morto”.