Didattica a distanza. Il sindaco di Ragusa è contrario e spiega il perché

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La Regione ha stabilito che da oggi e per tutta la settimana anche le scuole elementari e medie della Sicilia svolgeranno solo didattica a distanza.

Tale decisione, pur in presenza del grave aumento dei contagi in atto, non convince il sindaco Peppe Cassì che dichiara:

“Ho visitato nei giorni scorsi parecchie scuole ragusane, ed ovunque ho trovato ordine, rispetto dei distanziamenti, aule ampie ed adeguate alle esigenze del momento, alcune oggetto di lavori di allargamento realizzati in pochi giorni dal Comune. Ho conosciuto insegnanti motivati ed attenti, alunni disciplinati e concentrati su libri di didattica (altro che tablet…). Ho visto, sopra le mascherine, occhi vivaci, che svelavano tutta la gioia che a quella età si prova solo quando si condividono spazi, attività ed esperienze con i coetanei. Gli esperti sostengono che la prolungata privazione delle occasioni di socializzazione per soggetti la cui personalità è in una fase di crescita vertiginosa, può avere ripercussioni serie, persino irreversibili.

Possiamo chiudere tutto, ma non le scuole, in particolare non quelle scuole! Pensiamo ai nostri ragazzi, al loro benessere, ai danni psicologici che potrebbero subire, non meno seri di quelli fisici.

Se sarà concesso ai sindaci di decidere a livello locale, di concerto con le ASP, sulla apertura delle scuole di competenza comunale, mi adopererò per favorire la didattica in presenza.

A Ragusa, peraltro, l’uso dei servizi di trasporto pubblico, dove è più facile che si generino assembramenti, è limitato; gli ingressi e le uscite dalle scuole si possono scaglionare, ed i genitori possono comprendere l’esigenza di accompagnare e riprendere i propri figli senza trattenersi più del necessario.

Lasciare che i nostri ragazzi rimangano ancora chini per ore davanti ai monitor è dannoso: abbiamo la responsabilità di operare le scelte migliori per il loro futuro, che coincide col futuro della intera nostra comunità”.