Le vie dei Tesori ritorna a Ragusa e Scicli

684

Siamo nel Val di Noto e tutto qui si data facendo riferimento al terremoto del 1693: prima e dopo, le chiese medievali rase al suolo, furono ricostruite barocche. E così anche palazzi e quartieri. Ragusa elegante e signorile è rinata dalle macerie, più bella di prima; Scicli dalla luce dolce che abbraccia e segna i palazzi che paion fatti di merletto. Due città profondamente diverse che collaborano fattivamente per la promozione dello stesso territorio: e il turismo le ha premiate visto che quest’ultima estate, i numeri danno loro ragione. Le Vie dei Tesori – da sabato 2 a domenica 17 ottobre, con il supporto dei due Comuni e con UniCredit come main sponsor – tornano nel Ragusano per il quarto anno consecutivo per un’edizione di rinascita, in piena sicurezza: a Ragusa, la città superiore con le sue chiese, le rocche, i passaggi che salgono in verticale; e Ibla, un miraggio di luci e di ombre, con la piazza centrale che è un salotto a cielo aperto: qui il festival proporrà tredici tappe-gioiello, tra cui l’esclusiva visita al cantiere del Teatro della Concordia, la sala costruita a fine Ottocento dalle quattordici famiglie più ricche della città; ma poi caduto nel dimenticatoio, trasformato in cinema, acquistato dal Comune ma chiuso da anni. Adesso il recupero: il festival condurrà nel suo ventre che sta rinascendo, ma seguirà anche il filo delle cave Gonfalone, le intricate latomie, 15 mila metri quadrati di cunicoli sotto la città. A Scicli invece, i luoghi aperti saranno dieci, con un’attenzione particolare per le chiese rupestri, piccole, scavate nella roccia, ma con tesori inattesi all’interno; e il festival torna dentro le grotte di Chiafura, che tanto successo hanno ottenuto lo scorso anno, con il loro carico di memoria; salirà al tramonto sul colle di San Matteo, scenderà nella Grotta delle Cento Scale. E renderà omaggio a Bartolomeo Militello, l’ultimo dei decoratori della città barocca, di cui per la prima volta si espone il corpus di disegni e bozzetti.

“Una manifestazione importante che è riuscita ad entrare nel Dna del nostro territorio con importanza e forza: è un progetto complessivo che ha coinvolto i nostri giovani. Non è qualcosa che si è visto prima: Le Vie dei Tesori sarà  testimone della nuova fase di Scicli, quella del post-Montalbano – dice il sindaco di Scicli, Vincenzo Giannone –  La bellezza del territorio protagonista con i suoi tesori, le sue chiese barocche, il Sud Est che è un luogo dell’anima con una sua identità antropologica precisa: c’erano prima di Montalbano e ci saranno poi”.

“Siamo una rete: partire da Palermo e come gemmazione essere giunti nel Sud Est è straordinario – interviene Clorinda Arezzo, assessore alla Cultura di Ragusa – Quello che vediamo oggi è il prodotto di un lavoro di preparazione lungo: il festival è dinamico, si rinnova ogni anno, sia nel parterre di luoghi proposti che nell’offerta e nelle esperienze. Ed è un festival eroico: la continuità ha sfidato e vinto la paura. E si stanno rivedendo i gruppi di turisti, segno che il turismo è in netta ripresa. Raccomando la visita alle Cave Gonfalone, al cantiere del Teatro della Concordia, e la Prefettura”.

La scelta di Scicli quest’anno è stata quella di puntare sul colle di San Matteo e le chiese rupestri – dice Caterina Riccotti, assessore alla Cultura del Comune di Scicli – in accordo con le associazioni e le realtà che lavorano a Scicli. I visitatori saranno accolti dai nostri ragazzi che sono felici di mostrare la passione con cui si prendono cura del territorio: gli studenti che partecipano al programma Alternanza Scuola Lavoro hanno così un’occasione straordinaria per conoscere e amare il nostro patrimonio”. 

“Il senso più profondo del festival è stato fatto vostro – sottolinea  Marcello Barbaro, vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori – Questa è la proposta di un sistema, convinti come siamo che i monumenti possano diventare occasione economica. Le Vie dei Tesori è un’opportunità, e siamo felici che la sinergia con i due Comuni sia così completa. Aggiungiamo al nostro programma, da quest’anno, il progetto di Terre dei Tesori che è un’ulteriore finestra sul territorio”.

Tutto sull’onda del nuovo claim de Le Vie dei Tesori, ovvero La bellezza in mostra: una frase che è quasi un passaporto per riappropriarsi del territorio, dei suoi tesori pronti a farsi amare. E che si ritrova nella nuova immagine-simbolo del festival, colorata, pop, veloce e leggera.

Tre weekend, sempre sabato e domenica, dal 2 al 17 ottobree un unico coupon valido per Ragusa, Scicli e Noto (che si sta svolgendo ancora questa settimana), per un nuovo festival di “resistenza”, il secondo post covid: l’anno scorso, in piena pandemia, quando ogni rassegna rimandava o rinunciava ai suoi programmi, Le Vie dei Tesori ha deciso di provarci, riscrivendo ogni visita e ogni percorso nel segno della sicurezza, privilegiando luoghi all’aperto, sostituendo le visite guidate con audioguide d’autore ascoltabili dal proprio smartphone. Nonostante la necessità di contingentare gli ingressi e i repentini cambiamenti di colore, il festival ha messo insieme 120 mila visitatori in meno di due mesi, lontani dai numeri straordinari del 2019 – erano stati 404 mila con una ricaduta economica sul territorio di oltre 5 milioni di euro – ma che comunque raccontavano una manifestazione viva, partecipata, e con la voglia di continuare a raccontare la bellezza.

E quest’anno Le Vie dei Tesori sono di nuovo pronte alla sfida: con i Borghi dei tesori che hanno fatto da apripista (57 piccoli centri che hanno deciso di creare una rete sotto l’egida della Fondazione Le Vie dei Tesori sposandone il format e hanno raccolto 12 mila visitatori in due weekend); e dopo la prima tranche di 12 città, tuttora in corso con numeri ragguardevoli (9 mila visitatori nel solo primo finesettimana), ecco la seconda tranche, che schiera con Ragusa e Scicli, anche Sciacca e le debuttanti Cefalù, Erice, tutte per i primi tre weekend di ottobre; continueranno poi fino al 31, le due capitane Palermo e Catania.

Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti: ed è cresciuto ogni anno. Riconquiste per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti. Ma è soprattutto la manifestazione che costruisce reti: con Unicredit come main sponsor – Roberto Floridia, retail Area Manager a Ragusa ha sottolineato che “Unicredit con orgoglio sostiene Le Vie dei Tesori, manifestazione che apre luoghi e monumenti, ma che soprattutto lo fa riuscendo a destagionalizzare i flussi turistici – il festival ha saputo creare sinergie e dialogo, e attivato un progetto che si compie grazie alla collaborazione di oltre duecento partner: Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari. Senza contare le aziende enogastronomiche che partecipano al progetto satellite, Terre dei Tesori, e apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, aziende di coltivazioni di frutti tropicali, in collaborazione con il dipartimento Agricoltura della Regione siciliana. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione delle centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti.

Il sito www.leviedeitesori.com è una miniera dove trovare schede, fotografie, aneddoti e curiosità, sfogliare il magazine e programmare le proprie visite, sempre in modalità 4.0. Prenotazioni caldamente consigliate, distanziamento, acquisto dei coupon on line. Dove non sarà possibile svolgere visite guidata di presenza, ci si affiderà aaudioguide d’autore, registrate da storici dell’arte, archeologi, studiosi del paesaggio, esperti della città e curate dagli Amici delle Vie dei Tesori, il club di appassionati che scelgono di restare accanto a Le Vie dei Tesori tutto l’anno, usufruendo di una serie di agevolazioni.

LE VIE DEI TESORI A RAGUSA

Si parte dal campanile di San Giovanni Battista: vista mozzafiato, ma scendendo si passerà attraverso una particolarissima “veste” rococò; e di fronte, non dimenticate di gettare uno sguardo alla Badia, voluta dalla marchesa di Sant’Elia  e poi trasformata in tribunale; e neanche di visitare il museo dedicato a San Giovanni Battista, sette sale che raccolgono opere d’arte provenienti dalle collezioni parrocchiali, in molti casi sopravvissute al terremoto del 1693. Ci si muove tra preziose suppellettili religiose, alcune del XV secolo, oggetti come l’“Arca Sacra”, un reliquiario settecentesco che custodisce un dente del santo; poi paramenti liturgici, sculture e tele. All’interno anche una ricchissima collezione di carte geografiche della collezione Zipelli, un suggestivo viaggio nella Sicilia spesso immaginata, da cartografi, disegnatori, artisti e viaggiatori. Dopo aver ammirato il soffitto (pre-sisma) di Sant’Agata ai Cappuccini, non si può perdere il commovente retablo in pietra della chiesa di San Rocco, meno conosciuto di quello di San Giorgio, ma non per questo meno prezioso. Non va dimenticata la tela attribuita a Mattia Preti a Santa Maria dell’Itria, la chiesa dei Cavalieri di Malta; né gli affreschi medievali sopravvissuti di Santa Maria delle Scale; né la vista straordinaria su Ibla che si ottiene affacciandosi dal sagrato di Santa Lucia. Un bagno di colori?  Solo al Cinabro carrettieri, la bottega degli artigiani Damiano Rotella e Biagio Castilletti, tanto amati da  Dolce e Gabbana, e Steve McCurry. Se salendo la scenografica scalinata, scoprirete che palazzo Arezzo di Trifiletti – il sito più amato nella scorsa edizione – custodisce la memoria intatta di uno dei casati più antichi dell’intera Sicilia, non dimenticate il Circolo di Conversazione dove parrà di ascoltare chiacchiere e pettegolezzi. Tra i siti novità di quest’anno, oltre al Teatro della Concordia dove probabilmente accorreranno per primi i cittadini ragusani,  c’è di certo la Cava Gonfalone,  il labirinto che corre sotto la città, una enorme latomia scavata dall’uomo in cui si “racconta” la storia di Ragusa da una prospettiva inedita. Dalla cava, per oltre 200 anni, i “pirriaturi” hanno estratto i blocchi di pietra con cui è stata ricostruita Ragusa Ibla, oggi si tratta di 15 mila metri quadrati sotto la città.

La passeggiata proposta utilizza un mezzo “desueto” come il treno: sulla Barocco Line appena avviata, si raggiungerà Donnafugata per scoprire un piccolo ipogeo, una catacomba sconosciuta. Un altro percorso urbano condurrà dentro la Prefettura, alla ricerca degli affreschi del Cambellotti. I più piccini saranno impegnati in laboratori e letture animate nel segno di Bruno Munari, dipinti, live painting e narrazioni prenderanno vita nell’ex Opera Pia. Due le esperienze di Terre dei Tesori: ci si muoverà tra caseifici, cantine e allevamenti di bufale, oppure a cavallo per antiche mulattiere.

LE VIE DEI TESORI A SCICLI

Una bellissima edizione molto legata al territorio, con il ritorno di luoghi che il pubblico ha amato veramente tanto. A partire dalla case scavate nella roccia di Chiafura, abitate dalla povera gente fino agli anni Sessanta, quando le condizioni inumane di questa comunità finirono in Parlamento su iniziativa di un gruppo di intellettuali, tra cui Guttuso, Pasolini, Carlo Levi. Il sito di Chiafura venne abbandonato, oggi è un museo del “vivere povero” – ne trovate un esempio perfetto, costruito da un “chiafuraru” doc come Carmelo Raimondo che ha allestito “A rutta ri Ron Carmelu”, una casa-museo vera e propria, esempio di come si viveva nelle grotte –  da visitare come anche quello dentro la chiesa di san Vito, dedicato alle “carcare”, le antiche fornaci. Da non perdere l’antica farmacia Cartia, che sembra essere rimasta all’800, tra bilancini, albarelli da farmacie, pozioni, provette, preparazioni dai nomi magici; o anche il Museo del costume e della cucina, profondamente legato al territorio e al “famoso” cioccolato: qui è esposto per la prima volta il corpus di bozzetti e prove d’autore di Bartolomeo Militello, l’ultimo dei decoratori della città barocca, interprete della sensibilità religiosa popolare. Vissuto tra il 1899 e il 1983, Militello tra gli anni ’20  e gli anni ‘60 del Novecento, abbellì con affreschi e dipinti, palazzi e chiese di Scicli, Vittoria, ma anche Vizzini e Palazzolo Acreide. Due le chiesette rupestri, una più interessante dell’altra: la “Scalilla”, costruita in una grotta ai piedi di San Matteo, ha una facciata semplice, con un piccolo campanile inglobato e un finissimo portone policromo. E’ legata alla leggenda della Madonna della Catena che intervenne per salvare la vita di tre poveracci condannati ingiustamente. E la Madonna di Piedigrotta, ai piedi del Colle della Croce, di fronte al costone di Chiafura. Fondata nel 1630, grazie a donazioni di don Giuseppe Miccichè, fondatore del Collegio dei Gesuiti di Scicli, è scavata nella roccia, e vi si accede attraverso un piccolo portale. Sopra l’altare l’immagine della Madonna della Pietà scolpita in calcare dipinto, con il bordo scolpito a bassorilievo e popolato da puttini e simboli della Passione di Cristo. E per chiudere il tour si può salire a San Matteo, per guardare da quassù l’intera vallata: c’è anche la possibilità di un tour particolare, il San Matteo Golden Hour al tramonto, che include anche la visita al campanile e un aperitivo. Ritornando nel centro storico, visitate l’imponente presepe della famiglia Caruso, 20 metri quadrati, popolati da oltre 100 personaggi, statuette alte 18 centimetri, realizzate dall’artista calatino Vincenzo Velardita.

Un altro presepe vi attende alla fine dei cento gradini della Grotta delle Cento Scale che scende nella “pancia” di San Matteo, un antico passaggio che conduceva ad un polla di acqua dolce, necessaria in caso di assedio dei saraceni. Una passeggiata condurrà invece alla scoperta dei palazzi delle famiglie più abbienti della Scicli seicentesca, prima del terremoto.

TERRE DEI TESORI

Una nuova esperienza per Le Vie dei Tesori e per chi la segue: andare alla scoperta di aziende agricole di eccellenza che grazie al Programma di sviluppo rurale (PSR) Sicilia, finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), hanno ammodernato impianti e strutture adeguandosi così agli obiettivi di ecosostenibilità sanciti dal Green Deal europeo e dalla strategia del “Farm to fork”. Una misura di sostegno ai giovani che scommettono per la prima volta in agricoltura rilevando aziende esistenti (anche dei nonni o dei genitori) o creandone di nuove. E così si sono insediati più di tremila giovani agricoltori, che hanno avviato progetti concreti di ammodernamento e sviluppo nelle proprie realtà agricole, introducendo nuove tecnologie o adottando processi produttivi e gestionali innovativi. Questi “imprenditori 10 e lode”, di cui Le Terre dei Tesori propone una selezione, sono un esempio per chi volesse riconsiderare l’attività agricola e la vita in campagna, oggi valida alternativa ai grandi centri urbani. Durante il festival, molte aziende apriranno le porte alle visite. L’elenco e le esperienze su www.leviedeitesori.com

UN FESTIVAL IN SICUREZZA

L’intero festival Le Vie dei Tesori in Sicilia  durerà oltre due mesi, contando anche i primi due weekend tra i borghi, appena conclusi, e la prima tranche del festival ancora in corso: con oltre 300 luoghi da visitare – tra chiese, castelli, palazzi, case d’artista, oratori -, esperienze inedite e passeggiate curiose. Da scoprire in completa sicurezza, nel rispetto delle normative anti Covid-19: i luoghi saranno visitabili a piccoli gruppi, con numeri diversi a seconda dello spazio e delle caratteristiche dei siti. Ovunque la prenotazione on line, che non è obbligatoria ma caldamente consigliata: per quel che riguarda le visite nei luoghi basterà acquisire il coupon su www.leviedeitesori.com o agli info point  – a Ragusa sarà allestito da Hi Antica Ibla.Hibla Tourist information, in corso XXV Aprile, 42; e a Scicli a San Vito, via San Matteo – oppure nei due punti informazione a Palermo in piazza Verdi e in piazza Bellini. Per passeggiate ed esperienze, prenotazioni e coupon su www.leviedeitesori.com o (senza la garanzia del posto) sui luoghi di raduno.

Informazioni: 091 842 02. 53, tutti i giorni  10-18 www.leviedeitesori.com

COME PARTECIPARE

Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 6 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line su www.leviedeitesori.com. A chi prenoterà verrà inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare direttamente all’ingresso dei luoghi mostrando  la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà soltanto se ci sono posti disponibili. I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Per chi è sprovvisto del coupon “multiplo” saranno disponibili nei luoghi solo ticket da 3 euro. Le scuole o i gruppi organizzati possono scrivere a [email protected].