L’anno zero di San Giacomo e le “mani legate” del sindaco Cassì

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Decimo giorno senza acqua, decimo giorno dell’anno zero a San Giacomo. Mai come quest’anno la mancanza di acqua aveva raggiunto proporzioni così critiche, portando la cittadinanza della frazione rurale di Ragusa all’esasperazione.

La temperatura ha già superato i 30° alle 9 del mattino quando i cittadini arrivano alla spicciolata all’Istituto scolastico “Giovanni Pascoli”, dove sono attesi il sindaco Peppe Cassì e l’assessore al ramo Gianni Giuffrida. Erano già stati a San Giacomo lo scorso mercoledì 29 giugno, ma quel primo incontro non aveva fornito risposte soddisfacenti alla gravissima crisi idrica che dal 23 giugno sta mettendo in ginocchio residenti e aziende agricole.

Nell’attesa di iniziare, “Di che morte dobbiamo morire?” è la domanda che rimbalza tra i presenti, i quali chiedono di essere messi al corrente della situazione reale, di sapere con certezza se e quando il servizio idrico tornerà in funzione e con quale regolarità. Presente nel folto gruppo di persone anche Mario Chiavola, capogruppo PD al consiglio comunale.

Questa volta, almeno, i chiarimenti arrivano. Sindaco e assessore spiegano quali sono le azioni messe in campo dall’Amministrazione per sopperire, nell’immediato e nei limiti del possibile, alla mancata erogazione dell’acqua da parte del Consorzio di bonifica. Negli uffici della scuola è già attivo uno sportello della Protezione Civile per raccogliere in loco le richieste dei cittadini, che verranno riforniti da un’autobotte del Comune. Da ieri pomeriggio è iniziato il prelevamento di acqua da un pozzo privato della zona e la distribuzione casa per casa. Per le aziende agricole, con migliaia di capi di bestiame da dissetare, sarà un trattore a distribuire l’acqua.

Si tratta, come è ovvio, di soluzioni parziali e temporanee, in attesa di risolvere il problema a monte. Cassì rassicura gli abitanti di San Giacomo: “Abbiamo svolto interlocuzioni a diversi livelli in questi giorni, dal Prefetto alla parte politica e gestionale del Consorzio di bonifica. Ci hanno riferito che ieri hanno attivato e riempito la vasca che porta l’acqua a San Giacomo e che oggi l’acqua dovrebbe essere erogata regolarmente, ma non garantiscono un servizio costante nei prossimi giorni”.

Alle 9 di stamattina, però, l’acqua non c’era ancora, fanno presente alcuni. La soluzione definitiva del problema, secondo quanto assicurato al sindaco Cassì da un dirigente del Consorzio, dovrebbe arrivare entro il 10 luglio. “Hanno trovato una soluzione tampone ai problemi di personale che hanno portato a questa situazione – continua Cassì -, ed entro la settimana prossima dovrebbero trovare una soluzione definitiva.”

Confermato, dunque, che il problema dipende dalla mancanza di personale qualificato che assicuri il servizio h24. Personale che manca all’appello perché non riceverebbe lo stipendio dal Consorzio da almeno sei mesi, commenta qualcuno.

Da tre anni San Giacomo, così come le altre località servite dal Consorzio di bonifica, viene rifornita di acqua non potabile. Adesso si rende necessaria l’installazione di un impianto di biossido, spiega l’assessore Giuffrida, che bonificherebbe finalmente l’acqua. Ma per far questo serve il personale qualificato di cui sopra, che deve monitorare costantemente il funzionamento del potabilizzatore. Riuscirà il Consorzio a risolvere una situazione difficilissima che si protrae da anni nei prossimi otto giorni? Il sindaco ribadisce che l’Amministrazione sta facendo e continuerà a fare pressioni sui dirigenti del Consorzio finché non si raggiungerà l’obiettivo. E, se il problema non dovesse essere risolto entro il termine stabilito, si sentirà autorizzata ad agire ad altri livelli, con esposti alla Procura della Repubblica e iniziative “anche eclatanti”.

Si fa strada l’ipotesi di un sit-in di protesta, al quale Cassì si dichiara disposto a partecipare. La sensazione, dagli interventi dei cittadini presenti all’incontro, è di un sincero apprezzamento per la vicinanza e chiarezza dimostrate da Cassì, il quale afferma: “Sicuramente siamo stati fisicamente poco presenti, ma questo non significa che non c’è l’interesse. I problemi di acqua sono dappertutto a Ragusa, così come quelli della spazzatura. Ma credetemi, la nostra condizione è nettamente migliore di quella del resto della Sicilia.”

Tuttavia, alla domanda se il Comune ha già un piano B nel caso il Consorzio non mantenga le promesse, Cassì è costretto a rispondere no. Non c’è un piano B, non si può subentrare al Consorzio nella gestione di un impianto di proprietà della Regione, in pratica Comune e sindaco avrebbero le mani legate. Né sono al momento allo studio soluzioni di medio e lungo termine, se non l’approvvigionamento temporaneo con le autobotti. Ma la percentuale del fabbisogno reale di acqua di famiglie, agricoltori e allevatori che potrà essere coperta in questo modo non è al momento prevedibile.

Restano dunque molti interrogativi, resta l’attesa dei prossimi giorni e la speranza che il Consorzio ottemperi finalmente ai suoi obblighi. Resta anche la preoccupazione che, in caso negativo, non si sappia davvero cosa fare. E questa non è una bella prospettiva in un’estate torrida che, appena iniziata, sembra già troppo lunga.