Violenza di genere, stamattina l’incontro con le classi del Curcio di Ispica

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Si è svolto stamattina all’Istituto secondario G. Curcio di Ispica un incontro sulla violenza di genere con le classi del triennio del Liceo Classico. L’appuntamento di oggi dà il via al progetto ‘Fuori Luogo’, ideato da Najla Hassen di We Care Onlus e Andrea Ragusa, presidente di Arcigay Ragusa, e recepito dall’istituto nell’ambito del Piano triennale dell’offerta formativa.

Il progetto prevede quattro incontri da svolgersi tra novembre e febbraio su diverse tematiche: violenza di genere, migrazioni e paura dello straniero, identità di genere, orientamento sessuale e diritti Lgbtqi+, body shaming e corpi non conformi. Filo conduttore è la scelta di affrontare ciascun tema attraverso la lente del linguaggio, individuando gli stereotipi e i pregiudizi che vi si annidano e proponendo agli studenti una riflessione sull’importanza delle parole che usiamo.

La professoressa Leila Mussini, proponente del progetto, ha citato nella sua introduzione il “Quid rides” di Orazio, a voler sottolineare come ciò da cui si prendono le distanze potrebbe riferirsi a ciascuno di noi, ed evidenziando lo scopo degli incontri, cioè combattere l’indifferenza, coinvolgere e gettare un seme.

“Sappiamo come stiamo comodi nella nostra zona di comfort – ha affermato Andrea Ragusa -, ma se questa condizione si protrae nel tempo si trasforma in scomodità. ‘Fuori Luogo’ vuole essere un invito a uscire dalle zone di comfort, ad andare fuori. E vuole farlo a partire dall’analisi delle parole, la cui potenza non si esaurisce nel momento in cui vengono pronunciate, ma si propaga nel tempo. Le parole ci determinano e determinano gli spazi che viviamo”.

A seguire, Federica Schembri, consigliera di Arcigay Ragusa, ha svolto un’ampia e approfondita disamina delle forme che la violenza di genere assume, da quelle più estreme ed evidenti, come il femminicidio e le violenze fisiche, a quelle più sottili e nascoste, come le diverse forme di violenza psicologica, linguistica ed economica, fino alle forme più recenti emerse nell’era digitale, quali il cyberstalking e il revenge porn. “Viviamo in una società sempre orientata al maschile – ha detto Schembri -. Il primo passo da compiere è riconoscere di essere vittime di violenza e reagire, senza vergognarsi o sentirsi in colpa.” Schembri ha poi suggerito una piccola bibliografia per approfondire i temi trattati nell’incontro.

Infine, la dottoressa Rosita Solarino, psicologa, ha raccontato l’esperienza dello sportello antiviolenza ‘Fuori dall’ombra’ dell’associazione Ipso Facto di Modica, sottolineando l’importanza sia di costruire luoghi di ascolto e supporto per tutte le donne che subiscono violenza, e che spesso non sono sostenute da una rete sociale, sia di sensibilizzare sull’argomento al fine di rendere la violenza riconoscibile e quindi contrastabile. “Le panchine rosse e le celebrazioni del 25 novembre non dovrebbero essere momenti isolati, ma creare una consapevolezza attiva ogni giorno”, ha ricordato Solarino.

I circa settanta studenti presenti hanno animato l’incontro con domande e considerazioni personali, dimostrando interesse e attenzione al tema, ma anche una sviluppata consapevolezza della dimensione familiare e trasversale delle violenza di genere, che deve essere letta come fenomeno strutturale della nostra società, legato a una cultura patriarcale a oggi non ancora superata.