Una Chiesa che celebra per tutti: incontro con suor Veronica Donatello

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Il mondo della disabilità è così ampio che è importante potere avere uno sguardo unitario. Mettendo insieme le diverse prospettive. La risposta da dare alle persone non può essere univoca. Ma diversificata a seconda dei bisogni. Parola e cura devono andare di pari passo. Non può esserci l’una senza l’altra. Occorre farlo sempre con competenza. C’è l’esigenza di svolgere servizi sempre più in modo professionale e competente nelle strutture residenziali. Nelle case famiglia. Nelle parrocchie. E con le famiglie. Sia sul tema della cura sia dell’accompagnamento delle persone. E, ancora, sensibilizzare affinché le persone con disabilità siano incluse nel tessuto sociale. Trovino le risposte di cui hanno bisogno. E siano accompagnate con competenza. Occuparsi delle persone con disabilità significa anche sostenere le persone che se ne prendono cura. Questi i temi su cui, sabato scorso, a Poggio del Sole, si è soffermata suor Veronica Donatello nell’ambito dell’iniziativa denominata “Una chiesa che celebra per tutti – La celebrazione e la partecipazione delle persone con disabilità” promossa dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, dall’ufficio Comunicazioni sociali, dall’ufficio Liturgico della Diocesi di Ragusa oltre che dall’Unitalsi – sottosezione di Ragusa (i lavori sono stati moderati da Carmelo Ferraro) a conclusione degli appuntamenti promossi per l’edizione 2023 della Giornata del malato, XXXI edizione. Suor Donatello, francescana alcantarina, 45 anni, abruzzese, è responsabile del servizio Cei per la pastorale delle persone con disabilità. E’ stata introdotta dal vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, che ha messo in rilievo come “tutti i membri del corpo di Cristo, che è la Chiesa, possono essere attivi protagonisti a sostegno, soprattutto, dei nostri fratelli più fragili. Tutto ciò prendendo coscienza che ci sono dei talenti, che ci sono dei carismi, che ci sono delle potenzialità inespresse che, se scoperte e messe a frutto, possono rendere davvero più ricco questo corpo di Cristo”. “Dietro ogni persona con disabilità – ha spiegato suor Donatello – c’è una identità che è l’una differente dall’altra. Non si può pensare di mettere uno scivolo e di avere così risolto tutto. Ci sono molti aspetti da prendere in considerazione ed ecco perché il primo e più importante passo che dobbiamo compiere è quello di conoscere, all’interno della comunità, ciascuno di loro. Perché sono persone che si attendono attenzione, inclusione ma, soprattutto, si attendono la possibilità di potere essere partecipi, in maniera attiva, del cammino della stessa comunità”. Il direttore della Pastorale della salute, il sacerdote Giorgio Occhipinti, ha ringraziato suor Veronica per la sua testimonianza “ricca di esperienza e di consigli importanti che dovremo cercare di attuare sempre di più nelle nostre parrocchie, nei nostri ambiti ecclesiastici, per favorire tutti, nessuno escluso, e per garantire davvero che la Chiesa possa celebrare per tutti”.