Domani s’inaugura il ‘Campo degli Angeli’. E scoppiano le polemiche

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Domani, alle 11, sarà scoperto un monumento dedicato ai “bambini non nati” presso il Cimitero di Ragusa Ibla posto in una area denominata dal Comune “Campo degli Angeli”. L’annuncio era stato dato dal Comune nei giorni scorsi. Sulla questione si registrano due reazioni opposte. Quella del Centro di aiuto alla vita, legato al mondo cattolico, che annuncia la presenza, per domani, del vescovo alla cerimonia. “Ispirati da analoghe esperienze in altri comuni – dichiara Carlo Moltisanti, presidente del C.A.V. di Ragusa – abbiamo condiviso il progetto del ‘Giardino degli Angeli‘ dedicato a tutti I bambini non nati, angeli volati in cielo senza aver visto la luce, con la consigliera Corrada Iacono che con slancio ha portato avanti il progetto presso l’Amministrazione Comunale trovando pronta accoglienza e fattiva collaborazione nella persona dell’assessore Giovanni Iacono.” “La finalità dell’iniziativa – continua Moltisanti – è difendere la dignità di essere umani dei bambini non nati, riconoscere la vita dall’inizio del suo concepimento, un’esistenza sempre degna di rispetto e di lode”.

Una trovata elettorale, invece, per il Comitato Adesso Basta Ragusa che scrive:

«Era il 25 Novembre 2019 quando il Consiglio Comunale di Ragusa deliberò la “individuazione, nell’ambito dei cimiteri, di un’area dedicata alla sepoltura dei bambini mai nati”. Si viene, ora, a sapere che il c.d. “Giardino degli Angeli” sarà inaugurato nel cimitero di Ibla la mattina del 21 marzo p.v. dove verrà, anche, scoperto un monumento raffigurante i bambini deceduti.

Il diritto alla sepoltura dei bimbi mai nati di età gestazionale inferiore alle ventotto settimane è già riconosciuto dal Decreto del Presidente della Repubblica del 10 settembre 1990, n. 285 che rende possibile l’inumazione del feto. Al netto di una giustificata confusione concettuale tra “bambini mai nati” e “bambini deceduti”, innanzitutto, ci chiediamo come mai l’Amministrazione Comunale abbia avvertito solo ora – a distanza di oltre tre anni – l’esigenza di prendere questa iniziativa. La risposta si svela chiara ed evidente in tutta la sua strumentalità: siamo alla vigilia di una nuova competizione elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale e del Sindaco e, quindi, nel momento giusto per inviare ai cittadini un messaggio che non affonda le proprie ragioni nelle legittime convinzioni religiose di ciascuno, ma che in modo strumentalmente propagandistico si rivolge agli antiabortisti cercando di captarne il voto e, colpevolizzando, nel contempo, le donne che per qualsiasi ragione hanno deciso – così come consente loro la Legge 194 – di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza. Temiamo che la realizzazione di un cimitero dei feti possa essere un ulteriore colpo alla libertà delle donne di scegliere senza sentirsi addosso lo stigma.

Al Sindaco, massima autorità sanitaria locale, come donne chiediamo piuttosto di adoperarsi affinché nella struttura ospedaliera di Ragusa venga assicurata la possibilità che la legge 194 venga pienamente rispettata e attuata.

Tutto ciò premesso, vorremmo chiedere a chi ha organizzato l’evento come intende CONCRETAMENTE attuare questo progetto e come coniugarlo con il regolamento di Polizia mortuaria del 1990.

Infine, ma non in ordine d’importanza, con quale nome, dicitura, sigla, codice o quant’altro verrà indicato il feto seppellito?

Abbiamo l’impressione che questa cerimonia inaugurale che l’Amministrazione di Ragusa si appresta a svolgere il 21 marzo – inizio della primavera -, oltre a seppellire il buon senso, affossa anche il rispetto verso il dolore di tutte quelle donne che hanno intrapreso questa sofferta scelta».

Al di là di dei convincimenti personali di ciascuno, due cose andrebbero messe in evidenza: l’intempestività di questa inaugurazione (come aveva fatto notare la stessa consigliera Iacono criticando l’amministrazione comunale per i ritardi) che cade in piena campagna elettorale e l’appello del Comitato Adesso Basta perché negli ospedali iblei si possa accedere all’interruzione volontaria di gravidanza: ad oggi solo a Modica è possibile.