“Siamo fatti di-versi perché siamo poesia”

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L’Associazione Famiglie di Persone Down, Organizzazione di Volontariato-Delegazione di Ragusa, si è fatta promotrice di uno spettacolo organizzato in compartecipazione con il Comune di Ragusa che si è tenuto sabato scorso presso il Teatro «Marcello Perracchio» con la collaborazione della Demea Eventi Culturali di Roma.
L’A.F.P.D.-Ragusa ha avuto il piacere di ospitare per la prima volta a Ragusa e in Sicilia un amico speciale, Guido Marangoni, “l’ingegnere informatico con il sogno di fare l’attore, l’onore di insegnare e la fortuna di fare lo scrittore” … nonché papà di Anna, una bimba nata con un cromosoma in più!
In questo evento la presentazione dei testi dell’autore è diventata un vero e proprio spettacolo teatrale. Egli, accompagnato dal pianista Nicola De Agostini, ha raccontato i suoi libri utilizzando immagini, musica e parole. Attraverso canzoni, video, qualche pezzo comico e la lettura di alcuni brani dei suoi testi lo spettatore viene portato ad osservare la fragilità e la diversità di ognuno di noi da nuovi punti di vista. Molte delle fragilità condivise dal genere umano sono state rilette con un linguaggio leggero e a tratti anche molto divertente, portandoci a riscoprire la potenza che si nasconde nella condivisione della parte più debole.
Oltre alle famiglie, hanno assistito allo spettacolo i rappresentanti dell’AFPD di Catania e di Palermo, alcune classi dell’istituto comprensivo “Vann’Antò” e dell’ITCA “F.Besta” di Ragusa, che hanno seguito con interesse e partecipazione. In particolare alcuni alunni della classe IIII CTL, ovvero dell’indirizzo Aeronautico, hanno avuto il piacere di salire sul palco e di condividere in forma anonima toccanti pensieri sulla diversità e sul concetto di “Normalità”.
Nutrita anche la presenza di concittadini che ha potuto assistere gratuitamente allo spettacolo teatrale, grazie alla compartecipazione del Comune di Ragusa.

“L’evento, che ha divertito, commosso ed emozionato l’intera platea – spiegano gli organizzatori -, ci lascia un importante insegnamento, nell’incontro con l’altro ci invita a guardare non alla disabilità in primo luogo, ma alla PERSONA che sta dietro di essa, questa è la BUONA NOTIZIA”.