Modica: ricordato poeta migrante Segen, morto dopo lo sbarco

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foto Stefania Pagliazzo

Le poesie di Segen sono state lette, nei giorni scorsi, al Cimitero di Modica da Stefania Pagliazzo di Mediterranea Saving Humans e da Irene Cerruto, della Caritas di Ragusa. Si tratta delle opere scritte da Tesfalidet Tesfom. Segen era infatti il soprannome (significa uomo magro, dal collo lungo) di questo migrante eritreo che pesava appena 30 chili quando sbarcò a Pozzallo il 12 marzo 2018. Morì il giorno successivo, a soli 22 anni, con un polmone perforato e uno stato di tubercolosi avanzata.

Nel suo portafogli furono trovate due poesie scritte in tigrino: “Non ti allarmare fratello mio” e “Tempo sei maestro”. In sua memoria, i medici che lo hanno soccorso, i volontari delle Ong e le persone che l’hanno conosciuto hanno organizzato un momento di preghiera e di ricordo al cimitero di Modica, dove è sepolto. A raccontarlo è La Repubblica che ha realizzato un video nel quale, tra l’altro, ha raccolto le testimonianze del sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, all’epoca dei fatti primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Modica, dell’ex direttrice e di una ex operatrice dell’Hotspot di Pozzallo, Emilia Pluchibotta e Valentina Spata, del prete missionario Gianni Treglia. Irene Cerruto, della Caritas di Ragusa, ha letto invece “Tempo sei maestro”. È intervenuto il vescovo di Noto, monsignor Salvatore Rumeo.

foto Stefania Pagliazzo

“Ho visto Segen scendere dalla nave- ha dichiarato a Ragusah24 il sindaco Ammatuna– e l’ho seguito anche all’arrivo in ospedale. L’immagine di questo ragazzo molto alto, ridotto pelle ed ossa, è rimasta scolpita nella mia memoria.  Come ebbi modo di dire già allora, mi vennero subito in mente le immagini dei prigionieri nei campi di concentramento. Purtroppo, Segen era ridotto molto male dato che aveva una tubercolosi avanzata dalla quale si può guarire ma solo se si è dotati di un buon sistema immunitario. I medici, quindi, non sono riusciti a salvarlo”

“Abbiamo deciso di fare questa piccola ma dignitosa cerimonia- aggiunge Ammatuna- per ricordare questo giovane e per sensibilizzare i cittadini. Dobbiamo ricordarci sempre che abbiamo davanti esseri umani, non oggetti. La storia di Segen non è certo l’unica, ma è chiaro che la sua ci ha particolarmente colpito”.

Oggi le poesie di questo poeta migrante eritreo sono presenti in alcune antologie poetiche per le scuole e la Treccani lo ha accostato ai grandi poeti del Mediterraneo, in un percorso da Omero a Kavafis.

Secondo quanto ricostruito, Tesfalidet era partito da Mai Mine, villaggio dell’Eritrea. Dopo un anno e mezzo di permanenza in Libia, dalla quale è riuscito a scappare, il 12 Marzo è stato recuperato in mare insieme ad altre 81 persone dalla nave della ONG spagnola Proactiva Open Arms.

Questo il testo della poesia “Non ti allarmare fratello mio” :

Non ti allarmare fratello mio,dimmi, non sono forse tuo fratello?
Perché non chiedi notizie di me?
È davvero così bello vivere da soli,
se dimentichi tuo fratello al momento del bisogno?
Cerco vostre notizie e mi sento soffocare
non riesco a fare neanche chiamate perse,
chiedo aiuto,
la vita con i suoi problemi provvisori
mi pesa troppo.
Ti prego fratello, prova a comprendermi,
chiedo a te perché sei mio fratello,
ti prego aiutami,
perché non chiedi notizie di me, non sono forse tuo fratello?
Nessuno mi aiuta,
e neanche mi consola,
si può essere provati dalla difficoltà,
ma dimenticarsi del proprio fratello non fa onore,
il tempo vola con i suoi rimpianti,
io non ti odio,
ma è sempre meglio avere un fratello.
No, non dirmi che hai scelto la solitudine,
se esisti e perché ci sei con le tue false promesse,
mentre io ti cerco sempre,
saresti stato così crudele se fossimo stati figli dello stesso sangue?
Ora non ho nulla,
perché in questa vita nulla ho trovato,
se porto pazienza non significa che sono sazio
perché chiunque avrà la sua ricompensa,
io e te fratello ne usciremo vittoriosi  affidandoci a Dio.

foto Stefania Pagliazzo
foto Stefania Pagliazzo