
Un gran numero di associazioni (oltre 30 e continuano le adesioni) hanno promosso un raduno per la pace da effettuarsi a Ragusa, venerdì 9 maggio alle ore 18,30 in piazza San Giovanni, in cui sventoleranno solo bandiere della pace senza distinguo e senza differenziazioni. A conclusione verrà proposto un appello per la pace da inviare alle istituzioni nazionali ed europee.
“La Pace è un bene augurato in tutto il mondo, a tutte le latitudini da tutte le religioni – dicono i promotori Gli Ebrei e i Musulmani si salutano allo stesso modo Shalom e Salam, così come san Francesco che augurava Pace e Bene, eppure sembra che l’augurio sia limitato alla propria gente, quasi un privilegio esclusivo di cui godere in quanto appartenenti a un popolo, a una stirpe, a una religione… purtroppo la storia e l’esperienza di vita ci dicono che quel bene o è condiviso o semplicemente non è!
Perché la pace non è assenza di guerre, è una condizione interiore che può crescere ed affermarsi solo in assenza di ingiustizia e in assenza di odio, altrimenti si coltiverà sempre l’odio e la rivalsa che farà riesplodere la violenza alla prima occasione.
Non a caso Paolo VI quando nel 1967 instituì l’apposito dicastero lo nominò “Consiglio Pontificio Giustizia e Pace”.
Invece assistiamo all’irrilevanza delle norme internazionali e allo smantellamento delle istituzioni sovranazionali che con fatica e con grandi limiti, ma con tenacia, hanno cercato di affermare la giustizia, (ONU, Corte Penale Internazionale etc).
Non è un caso se di pari passo fioriscono ovunque conflitti (se ne contano 56) in quella che il compianto Papa Francesco ha definito una “guerra mondiale a pezzi”; conflitti con un carico drammatico di vittime e con l’aggravante della totale indifferenza tra obiettivi civili e militari; coinvolgere bambini, anziani, abitazioni civili, scuole, ospedali oramai è prassi quotidiana di cui non si sente neanche il peso della colpa.
Tutto sembra oramai lecito, a tutto ci stiamo cinicamente abituando, senza pensare che di tutto questo come civiltà ci sarà chiesto il conto, ci sarà chiesto: mentre tutto ciò accadeva dove eravate?
Non possiamo più tacere! Cessino i conflitti! Si torni al dialogo, anche allo scontro, ma allo scontro diplomatico”.