Addio a Lo Bello, simbolo dell’impresa etica e della cultura in Sicilia

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Profondo cordoglio, e non solo nel mondo dell’industria, per la scomparsa di Ivan Lo Bello, figura di spicco dell’imprenditoria e delle istituzioni siciliane. L’ex presidente di Confindustria Sicilia ed ex vicepresidente nazionale degli industriali si è spento a 62 anni in ospedale, dove era ricoverato.

Laureato in giurisprudenza, Lo Bello è stato uno dei promotori del Codice etico di Confindustria Sicilia, che prevedeva l’espulsione degli imprenditori che cedevano al racket del pizzo. «Chi paga il pizzo verrà espulso» era la regola che contribuì a segnare una svolta storica nel rapporto tra imprese e legalità.

La sua carriera è stata costellata da incarichi di prestigio: membro del CdA della CRIAS (Cassa Regionale per il Credito alle Imprese Artigiane) nel 1996, presidente di Confindustria Siracusa dal 1999 al 2005, poi presidente regionale di Confindustria Sicilia nel 2006, e infine vicepresidente nazionale dal 2012 con delega all’Educazione. È stato anche presidente della Camera di Commercio di Siracusa, di Unioncamere (2015–2018), del Banco di Sicilia (2008–2010) e di UniCredit Leasing dal 2010, oltre che membro del CdA della Fondazione Censis.

Nato e cresciuto a Siracusa, si era diplomato al Liceo Classico Gargallo e laureato in Giurisprudenza a Catania. Avvocato specializzato in diritto societario, bancario e civile, era anche alla guida della Lo Bello Fosfovit srl, azienda di famiglia nel settore degli alimenti per l’infanzia.