
Dare dignità, senso e prospettive a giovani adulti con disturbo dello spettro autistico, attraverso la formazione e l’inserimento lavorativo. È questo l’obiettivo del progetto “Le mani in pasta”, che in Sicilia ha visto protagonisti sei ragazzi, tra i 20 e i 30 anni, oggi ufficialmente pizzaioli formati.
L’iniziativa, promossa dalle associazioni “Un futuro per l’autismo” e “Un altro modo”, si è svolta ad Acireale (in provincia di Catania) e si è sviluppata da ottobre a maggio, con quattro incontri al mese condotti dai maestri della Nazionale Italiana Pizzaioli (NIP). Al termine del percorso, i partecipanti hanno ricevuto gli attestati ufficiali che certificano le competenze acquisite nella panificazione e nella preparazione della pizza.
Al termine del corso, i sei neo-pizzaioli hanno preparato e servito pizze per gli ospiti, dimostrando abilità tecniche e spirito di squadra.
«È un modo per dare il giusto merito ai nostri ragazzi – ha dichiarato Federico Lupo, presidente di ‘Un futuro per l’autismo’ –. L’inserimento lavorativo non è un traguardo accessorio, ma parte integrante del loro progetto di vita. Il lavoro rappresenta una grande occasione di relazione, crescita e, soprattutto, di dignità».
Il progetto si inserisce in un quadro più ampio di esperienze italiane che puntano a un’inclusione reale e duratura delle persone con autismo.
Nel contesto siciliano, anche il Comune di Sant’Agata Li Battiati ha deciso di fare la sua parte, mettendo a disposizione un terreno confiscato alla mafia per progetti dedicati all’autismo. Una scelta simbolica e pratica, che unisce legalità e inclusione.
“Le mani in pasta” non è solo un corso di formazione, ma un modello virtuoso di integrazione, che parte dal lavoro per costruire un futuro più equo, consapevole e partecipato per tutti.