
Si è spento nella sua casa di Vittoria il maestro scultore Alfio Nicolosi. Originario di Zafferana Etnea, dove era nato nel luglio del 1939, si era trasferito nella città ipparina nel 1952. Qui ha vissuto e lavorato per gran parte della sua vita, lasciando un segno profondo nel panorama artistico e culturale locale.
Uomo dal grande talento e di straordinaria sensibilità, Nicolosi ha saputo trasformare il dolore personale – la perdita di un figlio in giovane età a causa di un tragico incidente stradale – in energia creativa. Da quel momento si è dedicato completamente alla scultura su pietra, donando moltissime delle sue opere a istituzioni e luoghi pubblici in tutta la provincia di Ragusa e oltre.
Le sue creazioni nascevano quasi sempre per caso: sin dalla morte del figlio amava schiarirsi le idee e alleggerire l’animo andando in giro nei terreni attorno alla villetta nella quale viveva. Qui si imbatteva in una pietra o un pezzo di ramo che lo ispiravano, lo portava a casa e ne faceva un’opera d’arte. “Quando guardo una pietra- diceva- io ne vedo già il volto. Con il mio lavoro non faccio altro che liberarlo”.
Qualche anno fa la perdita dell’amata e dolcissima moglie.
Il suo impegno e il suo contributo artistico sono stati riconosciuti ufficialmente dal Comune di Vittoria che, il 14 luglio 2023, gli ha conferito l’onorificenza “Vittoria Insigne”, a testimonianza della profonda gratitudine della comunità per la sua opera e la sua dedizione. Tutti noi che lo abbiamo conosciuto non possiamo che ricordarlo come un uomo buono, generoso e per bene.
Il maestro Nicolosi avrebbe compiuto 86 anni il prossimo luglio. Di recente, visti i numerosi acciacchi, si era trasferito dalla campagna in città per essere meglio accudito dai familiari.
Le esequie saranno celebrate sabato 7 giugno alle ore 11 nella Basilica di San Giovanni Battista a Vittoria.
Accanto al ricordo pubblico, resta anche quello privato e toccante di chi gli ha voluto bene. A salutarlo, le parole commosse della figlia Annalisa:
La città di Vittoria perde un artista, ma soprattutto un uomo che ha saputo fare della pietra un linguaggio eterno e dell’arte un atto d’amore.